Il report europeo che bacchetta l’Italia sul tracciamento del Covid 

Medical biologists and laboratory technicians wearing protective gear working with swabs samples in a laboratory of Microbiology and Virology, where tests for SARS-CoV-2 which causes the COVID-19 disease are conducted for suspected cases.. on April 28, 2020 in Milan, Italy. Photo by Clemente Marmorino/Eyepix/ABACAPRESS.COM (Marmorino Clemente/Eyepix/ABACA / IPA/Fotogramma, Milan - 2020-04-28) p.s. la foto e' utilizzabile nel rispetto del contesto in cui e' stata scattata, e senza intento diffamatorio del decoro delle persone rappresentate


AGI – Ritardi, incompletezza, digitalizzazione che manca in alcune regioni. L’Ecdc, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie infettive dell’Unione  Europea, ‘bacchetta’ l’Italia in un report del 15 marzo intitolato ‘Analisi del tracciamento in Irlanda, Italia e Spagna’  tra il settembre 2020 e l’aprile 2021.

Solo alcune regioni hanno usato la piattaforma specifica

“La raccolta dei dati varia da regione a regione e tra le unità sanitarie locali – si legge  nel documento -. Molte unità sanitarie locali raccolgono i dati in fogli di calcolo (per esempio Microsoft Excel) e in alcune altre aree i sistemi non sono digitalizzati. Altre regioni hanno sviluppato piattaforme digitali specifiche per raccogliere i dati sulla ricerca dei contatti. Il Ministero della Salute e l’Istituto Nazionale della Sanità hanno offerto Go.Data (una piattaforma progettata per epidemiologi, ndr) alle regioni per gestire la ricerca dei contatti e, mentre alcune unità sanitarie locali l’hanno utilizzata, altre non lo hanno fatto. L’uso di Go.Data è stato incoerente”.

Italia e Spagna, risulta da questo studio, presentano peculiarità simili. “In Italia e Spagna, i dati di ricerca dei contatti sono raccolti a livello regionale e locale e non sono condivisi regolarmente con le autorità nazionali. Questa caratteristica ha rappresentato una sfida per la raccolta dei dati necessari per realizzare questo progetto e si è registrato un ritardo sostanziale prima che i dati fossero accessibili. I sistemi di ricerca dei contatti nei tre Paesi sono stati anche sovraccaricati in varie fasi durante la pandemia, il che ha influenzato i dati raccolti (per esempio, non sono state raccolte informazioni complete sui contatti)”.

Gli esempi concreti

L’agenzia indipendente della Ue fa degli esempi concreti: “I dati sono stati raccolti in formati diversi. Per la Regione Molise e l’azienda sanitaria locale di Reggio Emilia, i dati dei casi e dei contatti sono stati inviati direttamente dalle istituzioni in formato foglio elettronico. I dati delle unità sanitarie locali di Cosenza e Chieti sono stati ottenuti tramite Go.Data.

È stato necessario scaricare quattro file per calcolare gli indicatori di questo progetto: informazioni sul caso, informazioni sul contatto stretto, relazione tra contatto e caso e relazione tra casi. Poiché i dati provenivano da diverse piattaforme/sistemi digitali, è stato necessario del tempo per la gestione dei dati per armonizzarli prima di iniziare l’analisi. Mentre i dati sui casi erano di buona qualità, i dati sui contatti spesso includevano solo dati demografici e nessuna ulteriore informazione”.

L’Ecdc sottolinea “ incongruenze nei dati, soprattutto nelle date con casi in cui  la data di insorgenza nel primo caso era più tardiva della data di insorgenza nel secondo caso che si pensava fosse stato infettato dal primo; spesso i casi e i contatti erano collegati a un evento e non a un caso indice (esempio focolaio in una casa di riposo)”.
Source: agi