"Il problema della scuola non è prolungare fino a giugno" dice Maddalena Gissi


AGI – No a “proposte fuorvianti” come il prolungamento dell’anno scolastico fino a fine giugno. Le priorità della scuola sono altre, in primis maturità, esami di Stato e stabilizzazione dei precari. A sottolinearlo con l’AGI è la segretaria generale della Cisl scuola, Maddalena Gissi, all’indomani dell’incontro dei confederali con il premier incaricato, Mario Draghi. Incontro nel quale, secondo quanto si apprende, non si è parlato del calendario ma di investimenti nella scuola e per i precari.

“Aspettiamo con ansia la conferma dell’incarico al professore Draghi – spiega Gissi – perché la scuola ha bisogno di aprire un confronto su molte questioni. Il 1 settembre è alle porte e in questo periodo solitamente vengono assunte decisioni indispensabili per l’avvio regolare dell’anno scolastico. Se vogliamo evitare di mettere in discussione le attività didattiche ancora una volta per mancanza di idee o fuorvianti proposte che distolgono l’attenzione dai reali problemi, dobbiamo darci da fare e subito”.

Ecco quindi le priorità secondo la Cisl scuola. “Bisogna definire le modalità per gli esami di maturità e gli esami di Stato della scuola media – sottolinea Gissi – per questo consideriamo insensato il dibattito sul prolungamento dell’anno scolastico che rischia di rimettere in discussione anche la regolarità di alcune tappe fondamentali per i ragazzi e le famiglie” facendo riferimento all’eventuale spostamento anche della data degli esami finali degli studenti.

Secondo punto, gli organici. “Pensiamo a definire gli organici – aggiunge – e a individuare le procedure per l’assegnazione di personale a tempo indeterminato che dovrà fare domanda di trasferimento. I movimenti che gestisce il sistema sono piu di 100mila e le regole devono essere ancora oggetto di discussione. Su questi temi vorremmo chiarezza perché alcune decisioni normative sul vincolo quinquennale rischiano di aprire una deriva giuridico-legale che produrrà complicazioni e ritardi nell’avvio regolare delle lezioni”.

Terzo punto, il piano vaccinale: “Manca ancora un’indicazione da parte del ministero dell’Istruzione ai propri dipendenti – osserva la segretaria Cisl scuola – e le tante interpretazioni, che a livello regionale vengono messe in campo, rischiano di creare disinteresse e sfiducia. Chiediamo l’apertura di un tavolo immediato da parte del ministro dell’Istruzione, appena si insedierà il nuovo, per una modifica del protocollo di sicurezza sottoscritto con le parti sociali”.

Infine, ma non per importanza, il quarto punto relativo al reclutamento. “Serve una norma – sostiene Gissi – un dispositivo normativo che abbia un disegno chiaro e non ideologico, con tutte le questioni urgenti per l’avvio dell’anno scolastico a partire dalle coperture delle cattedre vacanti che a tutt’oggi sono più di 220mila. E a queste – ricorda – si aggiungono 75mila contratti per i posti Covid tra personale docente (50mila) e personale Ata (25mila). Evidenziamo inoltre – conclude – una gravissima inadempienza del ministero e del Mef in quanto a tutt’oggi non hanno ancora provveduto alla copertura degli stipendi del personale supplente assunto con i cosiddetti contratti Covid”.

Proteste in piazza

Questi i temi urgenti sul tavolo secondo la Cisl scuola, ma Gissi avverte che al momento non ci saranno proteste di piazza: “Per coerenza dal primo momento in cui non c’è stato più un governo in carica a tutti gli effetti, abbiamo pensato di sospendere la nostra presenza vertenziale, perché dovremmo parlare con interlocutori che non hanno alcun potere. Non è corretto. Non ha senso, in questa fase, riempire le piazze”.

Diverso orientamento, invece, per la Fcl Cgil che ha già deciso di scendere in piazza, martedì 16 febbraio alle ore 16, per ricordare le diverse priorità della scuola e non per protestare contro un governo che ancora non c’è. L’appuntamento è stato fissato davanti al ministero dell’Istruzione, in viale Trastevere a Roma, anche se non è certo che all’inizio della prossima settimana ci sarà già un nuovo ministro e se il governo Draghi sarà nel pieno delle sue funzioni dopo aver ottenuto il voto di fiducia in Parlamento.

Ma Flc Cgil non pensa di rinviare il presidio già convocato perché, spiega, bisogna porre le basi per il prossimo anno a fronte del fatto che “con i numeri di quest’anno non si può affrontare anche il prossimo”. Detto questo, il sindacato si dice fiducioso, così viene riferito, che il nuovo Esecutivo metterà la scuola al centro delle priorità dell’agenda politica anche sul fronte degli investimenti. 

Queste le richieste illustrate dal sindacato: “Misure urgenti per stabilizzare i lavoratori precari con 3 anni di servizio accelerando le immissioni in ruolo con procedure veloci ed efficaci; pagamento regolare degli stipendi dei lavoratori precari che attendono da tempo di essere retribuiti; trasformazione da saltuari al 30 giugno dei contratti a tempo determinato stipulati per fronteggiare l’emergenza della pandemia; aumento degli organici per ampliare il tempo scuola, ridurre il numero degli alunni per classe, trasformare l’organico di fatto ormai consolidato in organico di diritto”.

E ancora, Flc Cgil chiede di “restituire alle scuole i fondi che esse sono state costrette a stornare dai propri bilanci per retribuire il personale precario a causa dei mancati trasferimenti dovuti dal ministero a questo scopo”. Tutte queste misure, spiega ancora il sindacato, “sono orientate a far sì che il primo settembre 2021 ogni scuola abbia tutti gli insegnanti e tutto il personale al suo posto: nessuna classe sia senza i propri insegnanti, nessuna scuola sia priva dei necessari collaboratori scolastici, assistenti amministrativi e tecnici, nessuno istituto sia senza dirigente scolastico e Dsga”. 

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Fonte: cronaca agi