IL PRESIDENTE GIORGIA MELONI, OVVERO… GIANO BIFRONTE!


Giorgia Meloni, da un lato guarda verso il vecchio sovranismo di certa Destra europea, dall’altro all’atlantismo e all’europeismo, impostato per l’occasione, prima del discorso in Parlamento. Cita le grandi donne del passato, che hanno fondato la Repubblica, ma pretende di essere chiamata “Signor Presidente del Consiglio”. Aspetto super femminile, con toni marcati da “vero uomo” di destra-destra. Tutto e il suo opposto…

Ma chi è davvero Giorgia Meloni?

 

Anna La Mattina

 

È sotto gli occhi di tutti il repentino voltafaccia del Presidente del Consiglio neo-insediato, “in barba” a tutti coloro che le hanno accordato la fiducia con il proprio voto.

Abbandonato il consueto sovranismo della Destra europea, dei più emblematici rappresentanti in Europa, della più radicale delle destre, nostalgica del “bel tempo che fu”. Intanto la signora sciorina una cultura posticcia, che al contempo tesse le lodi della migliore tradizione repubblicana italiana, della quale le sfugge essere fondata sull’Antifascismo (parola da lei mai pronunciata, come se non fosse mai esistito), usando il potere ingannevole delle parole, che non riescono però, a coprire l’assordante non-detto del Presidente del Consiglio.

Fresca di trionfo elettorale, dentro la coalizione FdI, Lega, FI, lei, vincitrice assoluta, con una percentuale di consensi oltre al 26%, detta legge con il suo partito, insieme ai suoi fedelissimi e cofondatori di FdI, Ignazio Benito La Russa e Guido Crosetto (rispettivamente Presidente del Senato e Ministro della Difesa).

Non bisogna dimenticare, però, che tale risultato è maturato grazie all’astensionismo nelle urne, cresciuto in maniera esponenziale, attestandosi, per la prima volta nella storia repubblicana, al 35% del corpo elettorale…! Evidentemente il discorso cambia. Non è tutto oro ciò che luccica… Ma non si dice! Il dato lo si fa passare sottogamba.

E come se ciò non bastasse, dopo tutti i proclami, che ai meno accorti, dovrebbero dare l’idea di un governo rassicurante, quasi neoliberale, ecco che arriva il primo segno distintivo della vera identità del governo del Signor Primo Ministro Meloni: prima seduta di CM, primo DL di stampo neofascista: una ulteriore legge che si aggiunge al Codice penale, per punire un tipo di “festa” di nicchia (in Italia almeno), i cosiddetti “rave-party). La tentazione doveva davvero essere forte…

Preoccupa però la possibile estensione della norma anti-rave party (Feste a base di droghe e trasgressioni varie; liberissimi tutti di non condividere tali riunioni e di pretendere che se ne limitino i danni, usando le leggi che abbiamo), non difficilissima da immaginare, ad altri contesti di libera assemblea pubblica. In sostanza, si potrebbe immaginare una possibile estensione di questa legge ad altri ambiti e contesti sociali. Come dire, oltre a limitare i rave party, si potranno, con la stessa logica, limitare altre forme di assemblea, di incontro, di manifestazione e di ritrovo, sia in contesti giovanili (per esempio gli studenti), che in contesti adulti; comprimendo gli spazi di libertà in nome delle ragioni della sicurezza: torna il teorema securitario. Insomma, il sistema politico imperante, che sia al potere la destra-destra o la pseudo-sinistra neoliberale (o meglio liberista) comprime egualmente gli spazi della libertà, in nome della Sicurezza.

Non è difficile richiamare alla memoria quanto accaduto negli ultimi tempi: la limitazione della libertà di assemblea in nome della lotta al Covid e chiamarono tale limitazione “divieto di assembramento”. Come dire “vi limitiamo nella libertà di fare assemblea, ritrovi, incontri, manifestazioni, ma lo facciamo a fin di bene per proteggere la vostra salute. Adesso invece, assistiamo alla posa delle basi per tornare a limitare il diritto di assemblea, in nome, ancora una volta della sicurezza, legata in questo caso al contrasto dei rave party.

La logica a cui stiamo assistendo è quella spietata di una riorganizzazione autoritaria degli spazi pubblici, sempre più controllati dal potere, sempre più strutturati in maniera tale da non garantire appieno quelle libertà legittime di assemblea, di incontri che potrebbero essere definiti pericolosi e sovversivi, che è una delle prerogative di uno Stato libero e democratico. La limitazione dei rave party non è l’obiettivo ultimo, ma soltanto lo strumento per poter giustificare altre limitazioni a venire, che saranno appunto giustificate sul fondamento di questo pesante ed inutile DL, poiché il nostro Codice penale è già fornito di buone norme, atte ad impedire abusi ed illegalità di ogni genere… occorre soltanto applicarle, secondo i principi Democratici della nostra Costituzione, oggi più che mai, in pericolo.

Per concludere, secondo il mito di Giano bifronte, una delle più antiche divinità romane, il dio dell’inizio (non a caso gli era dedicato il primo mese dell’anno) che guarda al futuro, ma contemporaneamente, mantiene, in maniera diametralmente opposta, uno sguardo deciso sul passato: l’inizio e la fine, l’Alfa e l’Omega… il 1922 e il 2022. La sensazione che molta parte dell’opinione pubblica avverte e che molti di noi hanno avvertito sin dall’inizio di questa nuova avventura politica italiana è che un pesante telo nero sia calato, come sipario, sulla scena della Repubblica italiana, nata dall’Antifascismo, che ha prodotto una delle più belle Carte costituzionali al mondo e che ha conquistato fior di diritti civili e democratici dal secondo dopoguerra, fino agli anni Settanta.

E siccome Giorgia Meloni non era ancora nata a quel tempo, forse hanno dimenticato di raccontarle di quell’Italia meravigliosa che era… e che sarebbe diventata, se fosse stata lasciata in pace di autodeterminarsi (Cortina di ferro permettendo!).

Il risultato è sotto i nostri occhi. Tempi bui…

Ah… dimenticavo: il meeting neofascista di Predappio, capitanato dalla pronipote del duce, Orsola Mussolini (il web è pieno dei video relativi), avvenuto il 30 ottobre, a governo insediato, nessun problema rilevato. Ma l’Apologia del fascismo, in Italia, non è reato?