Il premier olandese dubita che la Polonia riceverà i fondi del Recovery


AGI – Finché l’impasse sulla controversa riforma della giustizia approvata dalla Polonia non sarà superata, è difficile prevedere un’intesa che consenta lo sblocco dei fondi del Recovery destinati a Varsavia. È la previsione del primo ministro dei Paesi Bassi, Mark Rutte, che ha risposto ad alcune domande poste dall’Agi a margine dei lavori del G20.

“Come io e altri abbiamo sottolineato, è difficile prevedere un accordo finale sui primi versamenti dal Programma di Resilienza e Ripresa finché questa questione rimane pendente”, ha dichiarato Rutte, “ovviamente ora tocca alla Commissione, che valuterà la situazione”.

Bruxelles, ha sottolineato il premier olandese, “ha molti strumenti a sua disposizione”, tra i quali la sospensione dei pagamenti “prevista dall’ultimo Quadro Finanziario Pluriennale”. “Ci potrebbero essere alcuni sì e alcuni no alla riforma, ci potrebbe essere un accordo generale sulla riforma” ma la maggiore “discriminante”, ha sottolineato, sarebbe “un ritorno alla Commissione Disciplinare”, uno dei punti più controversi della riforma della giustizia polacca, sul quale Varsavia aveva annunciato una marcia indietro. 

“Varsavia rischia la sospensione del voto in Consiglio”

Dettosi “molto preoccupato” dagli sviluppi dello scontro tra Ue e Polonia e dalle minacce all’indipendenza della magistratura polacca, Rutte ha ricordato che, per convincere Varsavia a tornare sui suoi passi sulla riforma della giustizia, “il Consiglio Europeo può ovviamente lavorare ulteriormente sull’Articolo 7”,.

L’articolo 7 del Trattato di Lisbona prevede, in caso di gravi violazioni, la sospensione dei diritti di adesione di uno Stato membro, come il diritto di voto in sede di Consiglio. “Non è un processo semplice” in quanto “richiede una quasi totale unanimità”, ha avvertito però Rutte.

Verso il summit tra Unione Europea e Unione Africana

Il primo ministro olandese ha poi parlato del vertice informale tra Unione Europea e Unione Africana al quale ha preso parte sabato sera, nella sede dell’ambasciata francese. “Il vertice informale è stato organizzato da Macron perché durante la sua presidenza Ue, nel primo semestre dell’anno prossimo, sta pianificando di organizzare un vertice Ue-Ua, credo a febbraio, e l’incontro di ieri ha avuto l’obiettivo di prepararlo”, ha spiegato Rutte.

“Il rischio durante i vertici è che ci siano 75 discorsi senza che accada nulla”, ha proseguito Rutte, “quel che abbiamo concordato ieri è lavorare con diligenza tra Ue e Ua, probabilmente con alcuni leader concentrati su determinati temi da presentare al summit”.

“Sui vaccini dobbiamo rispettare gli impegni con l’Africa”

Sulla questione dell’iniquità vaccinale lamentata dall’Africa, Rutte ha assicurato che “c’è stato un accordo assoluto dal lato europeo sulla necessità di rispettare i nostri impegni, sia tramite l’Access to Covid-19 Tools Accelerator che tramite Covax, per assicurare che i vaccini che abbiamo promesso all’Africa e ad altre parti del mondo andranno in Africa e in altre parti del mondo”. 

Interpellato in materia, Rutte ha spiegato che, durante il vertice informale, “alcuni Paesi africani hanno sollevato la questione” della sospensione della protezione dei brevetti sui vaccini. “Non siamo entrati nei dettagli”, ha avvertito pero’ Rutte, “non c’è stato un dibattito, è stato un vertice preparatorio, quindi il tema è stato solo citato”.

A una domanda sulla possibilità che il tema venga affrontato alla ministeriale Wto del mese prossimo, il premier olandese ha osservato che “si tratta di un vertice che ha molte questioni in agenda, non sono sicuro che il nodo verrà risolto al summit della Wto, quindi potrebbe ripresentarsi al summit” di febbraio.

@cicciorusso_agi 

 

Source: agi