Il Papa e la complessa storia della Vecchia Europa


(di Nicola Graziani)

L’Europa è vecchia, l’Europa è antica: se esiste un continente dove la Storia pesa, è l’Europa. La memoria ne è al tempo stesso condanna e redenzione, rabbia ed orgoglio, motivo di costante rinnovamento e immutabile staticità. È questo il motivo per cui Papa Francesco che evoca l’idea della Madre Russia intende colei che a milioni di persone ha dato religione, cultura, identità e splendida musica e letteratura, per non dire della Nostalgia di Tarkovskij.Eppure altri capiscono vessazione e imperialismo. E se lui fa riferimento alla Grande Caterina, identificando in lei un periodo storico come Voltaire faceva indicando in Luigi XIV un intero secolo, altri vi leggono giustificazioni dell’imperialismo e della colonizzazione ad opera di principi amanti intenti a negare l’altrui esistenza.
Ragion per cui attenzione ad elogiare Bulgakov, che pure era di Kiev, a Leopoli e dintorni: il medico letterato si esprimeva e scriveva in russo, pertanto negatore dell’ucraino e dell’Ucraina sua terra natale. Si citi piuttosto Lesja Ukrainka, poetessa, che tra l’altro passò parte della vita in quel di Salerno.

Tra Russia e Ucraina la guerra è anche di memoria. La salma di Potemkin è stata trafugata dai russi: l’hanno portata via da Kherson, città che volle fondare nella Tauride per dire che non Ellade e tantomeno Ucraina quella era, ma Terza Roma. E come Kherson il favorito di Caterina affondò l’aratro nella terra anche a Mariupol.
Quanto a Putin, l’ultima fase dei combattimenti è stata preparata con lo spostamento nelle chiese di Mosca delle principali sacre icone conservate – fin dai tempi del bolscevismo – nei musei: vecchia pratica ortodossa, quella delle processioni per le strade della città per scongiurare un pericolo imminente. Lo facevano, cinque secoli fa, anche a Bisanzio seconda Roma.
In questo clima sono giunte le parole di Bergoglio: pastore di anime che a un gruppo di ragazzi si rivolgeva.  Ragazzi russi.
“Non dimenticate mai il vostro retaggio”, ha detto loro il Papa, “ Voi siete gli eredi della grande Russia: la grande Russia dei santi, dei governanti, la grande Russia di Pietro I, Caterina II, quell’impero – grande, illuminato, [un impero] di grande cultura e grande umanità. Non rinunciate mai a questa eredità, voi siete gli eredi della Grande Madre Russia, andate avanti. E grazie. Grazie per il vostro modo di essere, per il vostro modo di essere russi”.

La Grande Caterina, il Grande Pietro, la Grande Madre Russia. Grande la cultura e l’umanità di quell’impero, ma a Kiev sono sobbalzati.
“È davvero un peccato che le idee di una grande potenza russa, che in realtà sono la causa dell’aggressività cronica della Russia, consapevolmente o inconsapevolmente, escano dalle labbra del Papa, la cui missione, a nostro avviso, è proprio quella di aprire gli occhi della gioventù russa sul corso distruttivo dell’attuale leadership russa”, ha scritto su Facebook il portavoce del ministero degli Affari esteri dell’Ucraina, Oleg Nikolenko.
Persino Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk, Arcivescovo maggiore della Chiesa greco-cattolica ucraina,  è intervenuto non esattamente in favore del Santo Padre.
“Le parole sulla grande Russia di Pietro I, Caterina II, di quell’impero – grande e illuminato, un Paese di grande cultura e grande umanità” si riferiscono al peggiore esempio dell’imperialismo e del nazionalismo estremo russo”, ha scandito, “temiamo che quelle parole siano comprese da alcuni come un incoraggiamento proprio di questo nazionalismo e imperialismo, che è la vera causa della guerra in Ucraina. Guerra che ogni giorno porta la morte e la distruzione del nostro popolo”.

La precisazione di Matteo Bruni, direttore della Sala Stampa Vaticana, è chiara e puntuale, ma non riesce ad essere risolutiva. Dice infatti Bruni: “Com’è chiaro dal contesto, il Papa intendeva incoraggiare i giovani a conservare e promuovere quanto di positivo c’è nella grande eredità culturale e spirituale russa, e certo non esaltare logiche imperialistiche e personalità di governo, citate per indicare alcuni periodi storici di riferimento.” Caterina e Pietro sono il Settecento, la Madre Russia tutto ciò che di buono i russi hanno dato al mondo. Valeva, il principio, per il Secolo di Luigi XIV, ma gli abitanti della Franca Contea, in quei giorni, forse la pensavano come oggi la pensano gli ucraini.
A complicare il possibile chiarimento, infine, è arrivato il perfido commento del Cremlino. “Il Papa – ha detto Dmitry Peskov, citato dalla Tass – conosce la storia russa, e questo è molto positivo. E’ una storia veramente profonda, che ha radici profonde”.
E così la Storia si rinnova e si perpetua, sempre diversa e sempre uguale, in quell’angolo di terra benedetta da Dio e maledetta dagli uomini che è l’Europa. Vecchia e antica, comunque tornata con questa guerra al centro del palcoscenico internazionale. E che sia vecchia quanto antica è un particolare di cui occorre tener conto.(AGI)