Il Nobel per l’economia a Claudia Goldin, studiosa del gender gap


La 77enne docente di Harvard premiata per gli studi sulla comprensione delle questioni legate alle donne nel mercato del lavoro. Dirige un programma sulla condizione femminile della Ong Usa Nber

AGI – Claudia Goldin ha vinto il premio Nobel per l’Economia 2023. Lo ha annunciato l’Accademia reale svedese delle Scienze. Il prestigioso premio, formalmente noto come Sveriges Riksbank Prize in Economic Sciences in memoria di Alfred Nobel, è l’ultimo dei premi Nobel di quest’anno e vale 11 milioni di corone svedesi. Il riconoscimento è stato assegnato a Goldin “per aver fatto progredire la nostra comprensione dei risultati del mercato del lavoro femminile”. Goldin, si legge nelle motivazioni, ha scoperto i fattori chiave delle differenze di genere nel mercato del lavoro.

Claudia Goldin, americana classe 1946, è una storica dell’Economia ed economista del lavoro. Goldin insegna Economia all’Università di Harvard, ed è la prima donna a cui è stata offerta la cattedra in quel dipartimento. È co-direttrice del Gender in the Economy Study Group del National Bureau of Economic Research ed è stata direttrice del programma Development of the American Economy del Nber dal 1989 al 2017.

Nata a New York, è cresciuta nel Bronx. Da bambina era decisa a diventare archeologa, ma successivamente è stata attratta dalla batteriologia. Dopo aver conseguito la laurea in Economia alla Cornell, Goldin è entrata nel programma di dottorato in Economia dell’Università di Chicago con l’intenzione di studiare l’organizzazione industriale.

Dopo la laurea, ha insegnato all’Università del Wisconsin-Madison, all’Università di Princeton e all’Università della Pennsylvania prima di entrare nel 1990 nel dipartimento di Economia dell’Università di Harvard.

La studiosa americana è stata presidente dell’American Economic Association nel 2013/2014 e presidente dell’Economic History Association nel 1999/2000. È membro di numerose organizzazioni, tra cui l’American Academy of Political and Social Science, la Society of Labor Economists, l’Econometric Society e l’American Academy of Arts and Sciences. E fa parte anche della National Academy of Sciences.

Ha ricevuto diversi dottorati honoris causa, tra cui quello dell’Università del Nebraska, dell’Università di Lund, dell’Istituto universitario europeo, dell’Università di Zurigo, del Dartmouth College e dell’Università di Rochester. È stata redattrice del Journal of Economic History dal 1984 al 1988 e redattrice della Nber Long-term Factors in Economic Development Monograph Series dal 1990 al 2017.

La ricerca di Goldin copre un’ampia gamma di argomenti, tra cui la forza lavoro femminile, il divario di genere nei guadagni, la disuguaglianza di reddito, il cambiamento tecnologico, l’istruzione e l’immigrazione. La maggior parte delle sue indagini interpreta il presente attraverso la lente del passato ed esplora le origini dei problemi attuali.

È autrice e curatrice di numerosi libri, tra cui Understanding the Gender Gap: An Economic History of American Women (Oxford 1990), The Regulated Economy: A Historical Approach to Political Economy (con G. Libecap; University of Chicago Press 1994), The Defining Moment: The Great Depression and the American Economy in the Twentieth Century (con M. Bordo e E. White; University of Chicago Press 1998), Corruption and Reform: Lesson’s from America’s Economic History (con E. Glaeser; Chicago 2006) e Women Working Longer: Increased Employment at Older Ages (con L. Katz; Chicago 2018).

Il suo libro The Race between Education and Technology (con L. Katz; Belknap Press, 2008, 2010) è stato il vincitore del R.R. Hawkins Award 2008 per il lavoro scientifico più eccezionale in tutte le discipline delle Arti e delle Scienze. Uno dei suoi lavori più recenti, Career & Family: Women’s Century-Long Journey toward Equity (Princeton University Press) è stato pubblicato nell’ ottobre 2021.

Goldin è nota soprattutto per il suo lavoro storico sulle donne nell’economia statunitense. I suoi studi più influenti in quest’area hanno riguardato la storia della ricerca della carriera e della famiglia da parte delle donne, la coeducazione nell’istruzione superiore, l’impatto della “pillola” sulle decisioni femminili in materia di carriera e matrimonio, i cognomi delle donne dopo il matrimonio come indicatore sociale, le ragioni per cui le donne sono ora la maggioranza degli studenti universitari e il nuovo ciclo di vita dell’occupazione femminile.

Goldin è la terza donna a vincere il prestigioso Premio dopo la politologa e scienziata americana Elinor Ostrom nel 2009, ed Esther Duflo (assieme ad Abhijit Banerjee e Michael Kremer) nel 2019. L’anno scorso il premio è andato a Ben Bernanke, ex presidente della Federal Reserve statunitense, e ai suoi compatrioti Douglas Diamond e Philip Dybvig, per il loro lavoro sulle banche e sui salvataggi che si sono resi necessari durante le tempeste finanziarie.

Il Premio per l’Economia non è un vero e proprio Nobel ed è anche per questo che si è attirato nel corso del tempo molte critiche. Non è stato infatti istituito per volontà di Nobel come gli altri, ma è nato in sua memoria nel 1968 per iniziativa della Sveriges Riksbank, la banca centrale svedese, che da allora lo finanzia. Viene assegnato dall’Accademia Reale Svedese delle Scienze secondo gli stessi principi dei Nobel assegnati dal 1901.