Il mistero dell'India, i morti sono meno dell'anno scorso


Con le sue metropoli sconfinate, la sua povertà e la sua densità di popolazione, l’India appariva un habitat perfetto per la diffusione del coronavirus. Eppure il gigante asiatico di un miliardo e 350 milioni di persone ha registrato finora solo 27 mila casi e, soprattutto, appena 800 decessi per la pandemia. La progressione con cui si raddoppia il numero dei morti per il Covid-19 è di nove giorni, contro i due o tre che registrava New York nella stessa fase di diffusione del virus.

La media dei decessi complessivi in India tra marzo e aprile è stata persino più bassa rispetto al 2019, complice la riduzione degli incidenti stradali per il ‘lockdown’ che abbasserà la media di 150 mila morti l’anno. Il centro di Mumbai, dove vivono 12 milioni di persone, ha registrato un declino di morti del 21% a marzo rispetto allo stesso mese del 2019. I decessi complessivi sono crollati del 67% ad Ahmedabad, la più grande città del Gujarat in cui ha la residenza il premier, Narendra Modi.

Sono dati che stanno facendo parlare di “eccezione indiana” per il coronavirus, con molti esperti che la collegano alle rigide misure di isolamento in vigore da più di un mese e che saranno allentate dal 3 maggio. C’è anche chi parla della protezione che offrirebbe una vaccinazione contro la tubercolosi molto diffusa nel Paese e chi ritiene che il caldo e l’umidità possano uccidere il virus.

Ma davvero la mortalità in India per il Covid-19 è più bassa che nel resto del mondo? Di certo l’età media della popolazione molto bassa sta contribuendo ad arginare i decessi. C’è poi il numero molto limitato di tamponi e test sierologici che fa supporre che il numero dei contagiati sia ben più alto dei 27 mila casi confermati e di conseguenza anche il denominatore su cui calcolare la percentuale dei decessi. Comunque su più di mezzo milione di test effettuati, solo il 4% è risultato positivo (negli Usa la media è del 18%).

Si deve anche tenere conto del fatto che l’80% delle morti in India avviene in casa, compresa gran parte dei casi di malaria e polmonite. Molti decessi non finiscono nemmeno nelle statistiche perché le cremazioni si svolgono in aperta campagna e non vengono registrate. Di certo, però, non c’è stato un boom di decessi negli ospedali, perché sarebbe stato segnalato, sottolinea un’inchiesta della Bbc.

Il conteggio dei morti in India è sempre stato difficile: in media i decessi denunciati sono 10 milioni all’anno con il solo 22% accompagnato da una certificazione medica. In passato ci sono state sovrastime (ad esempio quelli legati all’Hiv nel 2005 che furono solo 100mila, un quarto di quelli che indicava l’Oms) o sottostime (le vittime della malaria furono cinque volte di più di quelle inizialmente calcolate). A questo si aggiunge il fatto che secondi medici indiani molti pazienti muoiono con i sintomi del Covid-19 senza mai esser stati testati o curati oppure dopo aver ricevuto diagnosi sbagliate. Insomma, si dovrà attendere per comprendere meglio la dimensione della pandemia in India ma è prevedibile che, ancor più che in altri Paesi, i veri numeri non si sapranno mai. 

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Fonte: estero agi