Tokyo, 29 settembre – Il Giappone si prepara a effettuare un secondo rilascio di acque reflue provenienti dalla centrale nucleare di Fukushima, un’azione che ha sollevato preoccupazioni a livello internazionale e ha portato alla sospensione delle importazioni di prodotti ittici giapponesi da parte della Cina.
La Tokyo Electric Power Company (Tepco) ha annunciato che il secondo rilascio delle acque reflue inizierà il 5 ottobre. Questa decisione arriva dopo che le ispezioni successive al primo rilascio, avvenuto il 24 agosto, sono state completate. Durante il primo rilascio, sono state scaricate nel Pacifico parte delle 1,34 milioni di tonnellate di acque reflue raccolte dalla centrale nucleare di Fukushima sin dal 2011, quando un devastante tsunami ha causato un incidente nucleare.
Il Giappone ha sottolineato che quest’operazione è stata pianificata con attenzione e che le acque reflue sono state trattate per rimuovere la maggior parte delle sostanze radioattive prima del rilascio. Tuttavia, questa mossa ha sollevato preoccupazioni tra i paesi vicini e ha portato alla decisione della Cina di vietare tutte le importazioni di prodotti ittici giapponesi dopo il primo rilascio, che è terminato l’11 settembre. La Cina sostiene che esistono rischi legati al rilascio delle acque reflue nella regione.
Il Giappone, d’altro canto, ha cercato di tranquillizzare la comunità internazionale affermando che il rilascio delle acque reflue è conforme agli standard internazionali e che non costituisce una minaccia per la salute umana o ambientale.
L’annuncio del secondo rilascio avrà probabilmente un impatto significativo sulle relazioni tra Giappone e Cina, che sono già tese a causa di divergenze su varie questioni, tra cui le dispute territoriali e le questioni storiche. Resta da vedere come si evolverà la situazione e se ci saranno ulteriori reazioni internazionali all’azione pianificata dal Giappone.
In ogni caso, il Giappone si trova di fronte a una sfida complessa nel gestire in modo responsabile le acque reflue accumulate dalla centrale nucleare di Fukushima, bilanciando le preoccupazioni ambientali e le questioni di sicurezza con le relazioni diplomatiche internazionali.