Quali sono le conseguenze del fermo amministrativo sui veicoli e cosa rischia chi circola?
Il fermo amministrativo di un veicolo viene disposto dall’Agente per la Riscossione Esattoriale tutte le volte in cui il proprietario non è in regola con il pagamento di imposte, tasse o sanzioni amministrative. Si pensi a chi non ha versato il bollo auto, l’Imu, l’Irpef, ecc. Tale misura quindi non può essere adottata nei confronti di chi ha debiti con soggetti privati (ad esempio la finanziaria, la società fornitrice delle utenze domestiche, ecc.). Vediamo dunque cosa comporta il fermo amministrativo di un veicolo e cosa rischia chi viene trovato a circolare con l’auto nonostante tale divieto.
Come avviene il fermo amministrativo?
Prima del fermo amministrativo, l’Esattore deve rispettare una specifica procedura, la cui violazione implica anche l’illegittimità del fermo stesso.
Innanzitutto l’ente titolare del credito (ad esempio, il Comune, la Regione, l’Agenzia delle Entrate, ecc.) deve notificare l’avviso di accertamento con la richiesta di pagamento del debito.
In caso di inadempimento, il credito viene iscritto a ruolo e viene incaricato l’Agente della Riscossione di procedere al recupero forzoso. Quest’ultimo, di norma, notifica la cartella esattoriale o la lettera di presa in carico.
Se neanche dopo tale atto il debito viene estinto, l’Esattore procede alla notifica del preavviso di fermo con almeno 30 giorni di anticipo.
Durante tale termine, per evitare il fermo il contribuente può:
pagare il debito;
chiedere una rateazione che impedirà l’esecuzione del fermo;
proporre opposizione contro il preavviso di fermo (se non ha ricevuto la notifica della cartella);
dimostrare che l’auto è strumentale per l’esercizio dell’attività imprenditoriale o professionale (deve essere iscritta nel libro dei beni ammortizzabili).
Decorsi inutilmente i 30 giorni, il fermo viene iscritto e non comunicato al proprietario del mezzo. Questi potrà conoscere l’esistenza di tale misura effettuando una verifica al PRA.
Cosa comporta il fermo auto?
Una volta che il fermo è stato trascritto al PRA, scattano le seguenti conseguenze:
divieto di circolazione: il veicolo non può circolare su strada pubblica, pena la sanzione amministrativa da 1.984 a 7.937 euro e la confisca del mezzo;
impossibilità di esportare il veicolo all’estero;
impossibilità di radiare il veicolo dal PRA;
divieto di rottamare il veicolo a meno che il veicolo non sia più in condizioni di circolare e possa costituire un pericolo;
divieto di smontare il veicolo e venderne singolarmente i pezzi.
Il fermo è una misura rivolta a garantire che l’auto non subisca danni e non si deprezzi con l’uso. Ciò al fine di un successivo pignoramento e vendita forzata all’asta. Tuttavia, tale misura non viene quasi mai disposta perché costosa, dall’esito incerto e soprattutto perché non sempre necessaria (il contribuente, di solito, paga non appena subisce il fermo).
Come togliere il fermo amministrativo?
Per cancellare il fermo amministrativo è possibile percorrere una delle seguenti strade:
pagamento del debito: il fermo amministrativo viene tolto solo con l’estinzione integrale del debito per cui è stato disposto, comprensivo di interessi e spese;
rateizzazione del debito: il proprietario del mezzo può chiedere la dilazione del pagamento per cui il fermo è stato iscritto. Con il versamento della prima rata e la presentazione della quietanza al Pra, il fermo viene sospeso e si può tornare a circolare. La misura viene poi definitivamente cancellata con il pagamento dell’ultima rata;
ricorso: è possibile presentare opposizione contro il fermo amministrativo se si ritiene che sia stato illegittimamente disposto, ad esempio per vizi di notifica degli “atti presupposti” (cartella esattoriale o preavviso del fermo).
Cosa rischia chi circola con il fermo amministrativo?
Una volta disposto il fermo, viene nominato un custode che, di norma, è lo stesso proprietario del veicolo.
Ai sensi dell’articolo 214, comma 8, del Codice della strada, il custode risponde personalmente non solo se mette in circolazione su strada pubblica l’auto sottoposta a fermo, ma altresì se consente a qualcun altro di mettersi alla guida della stessa.
Le sanzioni per il custode sono piuttosto rilevanti:
sanzione amministrativa pecuniaria da 984 a 7.937 euro;
confisca del veicolo.
Con la confisca, l’auto diventa definitivamente di proprietà dello Stato, anche se appartiene a terzi, a meno che non si dimostri un utilizzo contro la volontà del proprietario.
Un tempo l’art. 214, comma 8, del Codice della strada prevedeva anche la revoca della patente, ma tale misura è stata dichiarata ormai illegittima e oggi può essere applicata solo nei casi più gravi: non è quindi una conseguenza automatica ma va valutata in base alle circostanze concrete. Approfondiamo questo aspetto.
Guida con auto sottoposta a fermo ed effetti sulla patente
Con la sentenza 52/2024 la Corte Costituzionale ha dichiarato l’illegittimità della revoca della patente prevista dall’art. 214, comma 8, del Codice della Strada per il custode che circola, o consente a terzi di circolare, con l’auto sottoposta a fermo amministrativo.
La Corte ha ritenuto tale misura sproporzionata rispetto alla gravità del comportamento.
I giudici hanno richiamato un proprio precedente relativo al caso simile del sequestro amministrativo del veicolo (articolo 213, comma 8): con la sentenza 246/2022, la Consulta aveva ritenuto incostituzionale l’automatica revoca della patente in caso di circolazione di veicolo sottoposto a sequestro, mantenendone comunque la facoltatività, in modo da poter graduare le conseguenze sulla base di una valutazione più ampia della gravità dell’illecito.
Essendo il caso della revoca della patente non solo simile, ma pressoché sovrapponibile, i magistrati si sono conformati a tale orientamento.
Quindi, il comma 8 dell’articolo 214 del Codice della strada risulta modificato nel senso che la revoca va considerata conseguenza possibile, ma non obbligatoria nel caso di circolazione abusiva.
Quanto dura il fermo amministrativo?
Il fermo non ha una data di scadenza. Esso permane finché il debito non viene estinto, rateizzato o fin quando non cade in prescrizione e viene cancellato dal giudice.
Tuttavia se, a causa del lungo decorso del tempo, l’auto diventa ormai inservibile e può essere considerata un “rottame”, si può procedere alla rottamazione della stessa e alla radiazione del Pra. In tali ipotesi il fermo viene automaticamente estinto e non per questo si trasferisce in automatico su un altro veicolo del contribuente. È anche vero, però, che se il debito non è stato ancora estinto, nulla vieta all’esattore di iscrivere un nuovo fermo su un ulteriore veicolo intestato al debitore.
Di Angelo Greco – fonte: https://www.laleggepertutti.it/680648_cosa-comporta-il-fermo-amministrativo-di-un-veicolo#google_vignette