IL DECRETO FISCALE DEL 15 OTTOBRE


Durante la pandemia i primi contribuenti netti (dipendenti e professionisti) hanno pagato, non per virtù loro ma per virtù del sistema, tutte le tasse dovute tempestivamente; i contribuenti lordi (autonomi e imprese) invece si sono trovati in difficoltà perché a causa della pandemia al momento di pagare le imposte avevano già speso tutto il percepito. La soluzione a questa situazione è stata la dilazione dei termini di pagamento che vengono con questo decreto ulteriormente dilatati anche di anni (anche fino al 2024)

di Renato Costanzo Gatti

Commento il decreto in oggetto riferendomi soltanto a quegli articoli che trattano di fisco, tralascio cioè gli articoli relativi alla sicurezza sul lavoro.

Gli argomenti sono sostanzialmente due:

  • Estensione termini per pagare le imposte non pagate

  • Nuove norme per patent box

Estensione termini per pagare le imposte non pagate

I contribuenti italiani, per quel che riguarda la riscossione delle imposte, si dividono in due categorie:

  • da una parte ci sono i contribuenti (contribuenti netti) i cui redditi pagano le imposte prima di essere incassati dagli stessi. Sono i lavoratori dipendenti e in parte anche i professionisti, che ricevono lo stipendio o il pagamento delle parcelle dopo che dalla somma dovuta sono state già trattenute in toto per i dipendenti o in parte per i professionisti, le imposte dovute.

  • Dall’altra parte ci sono gli altri contribuenti (contribuenti lordi) che incassano il reddito lordo e dovrebbero mettere da parte le imposte da pagare successivamente alla dichiarazione dei redditi, e in parte pagate come acconto.

Durante la pandemia i primi contribuenti hanno pagato, non per virtù loro ma per virtù del sistema, tutte le tasse dovute tempestivamente; i secondi contribuenti invece si sono trovati in difficoltà perché a causa della pandemia al momento di pagare le imposte avevano già speso tutto il percepito. La soluzione a questa situazione è stata la dilazione dei termini di pagamento che vengono con questo decreto ulteriormente dilatati anche di anni (anche fino al 2024).

Tutto bene? Sarebbe tutto corretto se il governo, a fianco della dilazione infruttifera dei termini si impegnasse a rendere la riscossione verso i contribuenti lordi più assimilata a quella attuata verso i contribuenti netti. Come? Con i sistemi elettronici attuali, non sarebbe difficile che un bonifico fatto a favore di un contribuente lordo fosse dalla banca, in automatico, scisso in una quota che va al contribuente, ora divenuto netto, e una quota da versare all’erario in acconto. Si tratterebbe in tal caso di allargare la categoria dei “sostituti d’imposta”.

Bene, di ciò non si vede nulla nel decreto, sapendo che dopo l’evasione fiscale il maggior buco dell’erario nasce dall’incapacità di riscuotere le imposte dichiarate o accertate.

Nuove norme per patent box

Il decreto, all’art. 6, prevede che ”ai fini delle imposte sui redditi, i costi di ricerca e sviluppo sostenuti dalle imprese in relazione a software protetto da copyright, brevetti industriali, marchi d’impresa, disegni e modelli, nonché processi, formule e informazioni relativi a esperienze acquisite nel campo industriale, commerciale o scientifico giuridicamente tutelabili, che siano dagli stessi soggetti utilizzati direttamente o indirettamente nello svolgimento della propria attività d’impresa, sono maggiorati del 90 per cento”.

La produttività, che nel nostro paese è ferma da trent’anni, può essere incentivata con quello che gli economisti chiamano effetto Ricardo ovvero: il capitalista investe in innovazione quando il costo dell’innovazione è inferiore al costo della mano d’opera sostituita dall’innovazione. Lo Stato, con l’art. 6, diminuisce di fatto il costo dell’innovazione detassandolo.

Le osservazioni che mi sento di fare sono due:

  1. praticamente il contribuente diverso dall’impresa beneficiaria, paga parte dell’innovazione e non ne ha alcun beneficio, anzi se il contribuente è un lavoratore vede parte del suo lavoro sostituito dall’innovazione. Ma perché quel beneficio, invece di essere un regalo dal contribuente al capitale, non viene erogato come capitale nell’impresa beneficiaria per cui il contribuente, bene o male, ha gli stessi diritti di tutti gli altri azionisti?

  2. se da una parte diminuiamo il costo dell’innovazione per far scattare l’effetto Ricardo, allora, quando si parla di riduzione dello scudo fiscale, se riduciamo il costo del lavoro (riduzione dei contributi o altro) annulliamo di fatto la positività dell’effetto Ricardo generato dalla norma sui patent box. Vigiliamo sulla coerenza.