AGI – Il potenziale fallimento del colosso dell’immobiliare cinese, le cui azioni sono crollate ai minimi da 11 anni e che è alle prese con un’incombente scadenza per gli obblighi di pagamento, fa tremare banche e investitori non solo di Cina e continente asiatico, ma di tutto il pianeta.
Tanto che si è indebolito anche lo yuan offshore, complice anche il giorno di festa che ha fermato gli altri listini asiatici, da Tokyo a quelli cinesi. E sono bruscamente in calo le piazze europee, con Francoforte, Parigi e Milano che cedono oltre il 2%.
Evergrande sta cercando di raccogliere fondi per pagare istituti di credito, fornitori e investitori, mentre i regolatori avvertono che i suoi 305 miliardi di dollari di debiti potrebbero innescare rischi più ampi per il sistema finanziario cinese se non stabilizzati.
Il prezzo delle azioni di Evergrande è crollato del 19% lunedì 20 settemb (il livello più debole da maggio 2010) e di quasi il 90% dall’inizio dell’anno. E ha trascinato giù molti dei principali gruppi immobiliari di Hong Kong, con perdite di oltre il 10% per Henderson Land e New World Development. L’unità di gestione della proprietà del gruppo è calata dell’11,3%, mentre la sua unità di auto elettriche del 2,7%.
Inoltre la società di streaming di film Hengten Net, di proprietà di Evergrande, à crollata del 9,5%.
Ma come ha fatto uno dei piu’ grandi gruppi privati cinesi ad arrivare sull’orlo del fallimento? Andiamo per ordine.
Che cosa è Evergrande
Evergrande è il più grande gruppo immobiliare in Cina in termini di fatturato, con una presenza dichiarata in oltre 280 città. Il gruppo sostiene di impiegare 200.000 persone e di generare indirettamente 3,8 milioni di posti di lavoro. Il suo presidente, Xu Jiayin, + la quinta persona più ricca del Paese, secondo la società specializzata Hurun.
Da dove vengono i suoi problemi
L’immobiliare è tradizionalmente uno dei motori dell’economia cinese. Il settore, che ha attirato più di un quarto degli investimenti l’anno scorso, ha giocato un ruolo chiave nella ripresa post-pandemia. Ma negli ultimi mesi Pechino ha inasprito le condizioni di credito per le aziende private.
Secondo le nuove regole, Evergrande non può più vendere proprietà prima che abbia formalmente finito di costruirle, un sistema che una parte importante del modello di business di Evergrande. In passato, il gruppo aveva ampiamente approfittato di questo modello per finanziarsi e mantenere le sue operazioni a galla.
Recentemente, diversi sub appaltatori e fornitori si sono lamentati di non essere stati pagati. E i cantieri si sono fermati. Secondo gli esperti, il gruppo detiene più di un milione di proprietà prepagate dai clienti che non sono ancora state costruite, aggiungendo l’apprensione degli investitori cinesi, molti dei quali sono piccoli acquirenti. Mancando la capacità di prendere in prestito sui mercati finanziari, e a corto di contanti, il gruppo ha cercato di ripagare alcuni di questi creditori in natura, offrendo posti auto e proprietà non finite.
Qual è la situazione attuale
Evergrande ha fatto molte acquisizioni negli ultimi anni. Ora è pesantemente indebitata. Le sue passività sono stimate a 1.966 miliardi di yuan, l’equivalente di 260 miliardi di euro. Il governo cinese è particolarmente preoccupato per l’entità dei prestiti contratti dai grandi conglomerati privati del paese e il loro intricato labirinto di filiali.
Negli ultimi tempi le autorità cinesi hanno operato un giro di vite importante sui gruppi privati per costringerli a ridurre il loro debito. E a farne le spese sono state aziende come Wanda (immobiliare, cinema, parchi a tema), Fosun (turismo, intrattenimento) e Hna (turismo, aviazione).
La rabbia di fornitori e piccoli investitori
Di fronte alla crisi che il gruppo sta attraversando, nei giorni scorsi decine di piccoli investitori e fornitori si sono dati appuntamento davanti agli uffici di Evergrande e hanno chiesto a gran voci i loro soldi. La rabbia si è accresciuta nel fine settimana con l’annuncio che sei alti dirigenti del gruppo avrebbero dovuto affrontare “severe sanzioni” per aver rivenduto prodotti finanziari prima che i piccoli investitori fossero stati informati che potrebbero non essere pagati in tempo. Il gruppo da parte sua ha assicurato che avrebbe restituito il denaro raccolto, insistendo sulla necessità di “garantire l’equità e l’imparzialità” tra i suoi investitori.
La diversificazione, una scialuppa di salvataggio?
Oltre al settore immobiliare, Evergrande ha lanciato un business di auto elettriche. Fondata nel 2019, Evergrande Auto mira a rivoluzionare il settore e a competere con il produttore americano Tesla. Due anni dopo, però, non solo l’azienda non sta commercializzando alcun veicolo ma se una volta era stata valutata 120 miliardi di dollari, ora ne vale solo una cinquantina. Ma Evergrande possiede anche una squadra di calcio, il Guangzhou FC (ex Guangzhou Evergrande), allenata dall’italiano campione del mondo Fabio Cannavaro.
Il gruppo inoltre è presente nel fiorente mercato dell’acqua alimentare e minerale, con il suo marchio Evergrande Spring. Sogni infranti invece sul pronte dei parchi a tema. Il gruppo aveva annunciato l’intenzione di aprire parchi di divertimento “piu’ grandi” del rivale Disney, ma dei 15 inizialmente previsti solo uno è stato realizzato ed è solo parzialmente aperto.
Evergrande ha anche investito nel turismo, su Internet e nel digitale, oltre che nei campi delle assicurazioni e della salute.
Gli scenari futuri
Il mese scorso Pechino ha esortato pubblicamente Evergrande ad affrontare “attivamente” i suoi problemi di debito. Si tratta di una mossa insolita, che riflette la preoccupazione del governo per la salute del gruppo. Preoccupate per l’incapacità di rimborsare i creditori, diverse agenzie di rating internazionali hanno declassato il suo rating: Fitch lo ha portato a CC da, equivalente a “livelli molto alti di rischi del credito” e Moody’s a CA, sinonimo di “obbligazioni estremamente speculative e molto vicine al default”.
“Un fallimento di Evergrande sarebbe il più grande test del sistema finanziario cinese da anni”, ha sottolineato l’analista Mark Williams di Capital Economics. Nonostante la pressione, Pechino “non lascerà fallire Evergrande”, dicono gli analisti di SinoInsider con sede negli Stati Uniti, perché “avrebbe un impatto enorme sul regime” e sulla sua stabilità. Il risultato più probabile per molti analisti “è una ristrutturazione con altri gruppi immobiliari che prendano in consegna i progetti incompiuti”.
Source: agi