AGI – Con una maggioranza quasi unanime, e insolita, la Camera ha votato l’aumento del numero di visti speciali destinati a migliaia di afghani, tra interpreti e collaboratori, che in questi vent’anni hanno aiutato i soldati americani e che, con il ritiro delle truppe, rischiano di subire la ritorsione dei talebani. I visti speciali passano da 11 mila a 19 mila. La Camera ha approvato il provvedimento con 407 voti a favore e 16 contrari.
talebani controllano ormai “circa il 90% delle frontiere afghane”, ha annunciato oggi un loro portavoce all’agenzia Rio Novosti. Il 9 luglio scorso avevano invece dichiarato che l’85% del territorio afghano era nelle loro mani. Nessun organismo indipendente è in grado di verificare la veridicità di tali rivendicazioni, ma certamente i Paesi vicini iniziano a preoccuparsi della situazione.
Il governo del Tajikistan, per esempio, ha chiesto al suo esercito di prepararsi a un conflitto. Tutto questo mentre le truppe straniere hanno quasi completato il ritiro dall’Afghanistan, dove le forze governative difficilmente riescono a contrastare l’offensiva talebana.
Nel frattempo i talebani hanno anche minacciato la Turchia avvisando che non permetteranno alle truppe di Ankara di rimanere nel Paese, in seguito all’accordo con gli Usa in base al quale i militari turchi si faranno carico della sicurezza dell’aeroporto Hamid Karzai, della capitale Kabul.
“Abbiamo criticato le intenzioni della Turchia dal primo momento. Dopo il ritiro degli americani non permetteremo a nessuna forza straniera di rimanere nel Paese”, ha detto Zabihullah Mucahit, portavoce degli integralisti.
Le forze turche sono presenti in Afghanistan dal 2002 e collaborano al mantenimento della sicurezza dell’aeroporto di Kabul assieme ad altri Paesi Nato dal 2015. Il presidente turco, Recep Tayip Erdogan, ha anche lanciato loro un appello, chiedendo di porre fine agli attacchi alle forze governative. La Russia vede invece un aspetto positivo nei combattenti: secondo Zamir Kabulov, rappresentante del presidente Vladimir Putin per l’Afghanistan, sono gli unici che possono contrastare i guerrieri dello Stato Islamico presenti nel nord del Paese.
Source: agi