di Claudia Fresta
Negli ultimi anni, l’Italia ha fatto importanti progressi in termini di politiche sociali e parità di genere, uno dei temi più rilevanti in questo contesto è il congedo paritario. Questo concetto rappresenta una delle misure più significative per promuovere l’equilibrio tra vita lavorativa e familiare, e per contribuire a una distribuzione più equa delle responsabilità genitoriali tra uomini e donne.
Il congedo paritario è una misura che mira a rendere il congedo parentale più equo tra madri e padri. Tradizionalmente, la cura dei figli e il congedo parentale erano considerati quasi esclusivamente responsabilità delle madri, con i padri che avevano un ruolo secondario o marginale. Il congedo paritario vuole cambiare questa dinamica, incoraggiando i padri a prendere una parte più attiva nella cura dei figli sin dai primi mesi di vita.
In Italia, il congedo parentale è disciplinato dal Decreto Legislativo 151/2001, che prevede un congedo per entrambi i genitori. Tuttavia, nella realtà, esiste ancora una forte asimmetria: le donne utilizzano la maggior parte dei giorni di congedo, mentre i padri tendono a prendere solo il minimo previsto dalla legge.
Per affrontare questa disparità, l’Italia ha introdotto un congedo obbligatorio di paternità. Dal 2022, il congedo di paternità obbligatorio è stato esteso a 10 giorni, pagati al 100% dal datore di lavoro, da fruire nei primi 5 mesi dalla nascita del figlio. Questa è una misura che mira a incentivare i padri a partecipare attivamente alla cura del neonato sin dai primi momenti.
Parallelamente, esiste il congedo facoltativo, che può essere utilizzato da entrambi i genitori, per un massimo di sei mesi ciascuno (con un tetto complessivo di dieci mesi per la coppia). I padri che scelgono di usufruirne per almeno tre mesi ottengono un mese extra di congedo, per un totale di sette mesi. Questa agevolazione cerca di ridurre lo squilibrio attuale e favorire una maggiore partecipazione maschile nella cura familiare.
Il congedo paritario è una misura cruciale per promuovere la parità di genere non solo nella sfera familiare, ma anche in quella lavorativa. La distribuzione equa del congedo parentale tra uomini e donne può contribuire a eliminare gli stereotipi che vedono la cura dei figli come una responsabilità esclusivamente femminile.
Uno dei principali problemi che affrontano le donne in Italia, infatti, è il cosiddetto gender pay gap e la minore partecipazione al mondo del lavoro rispetto agli uomini. Molte donne interrompono o rallentano la loro carriera per prendersi cura dei figli, subendo così un impatto negativo sul loro sviluppo professionale. La promozione del congedo paritario può aiutare a distribuire il carico familiare in modo più equo e, quindi, a ridurre l’impatto negativo sulla carriera femminile.
Promuovere il congedo paritario porta con sé una serie di vantaggi, sia per le famiglie che per la società in generale:
1. Miglior equilibrio tra vita professionale e familiare: permettendo a entrambi i genitori di prendersi cura dei figli, si riducono i conflitti tra lavoro e famiglia.
2. Promozione del benessere del bambino: la presenza del padre nei primi mesi di vita ha effetti positivi sullo sviluppo del bambino, creando un legame più stretto tra padre e figlio.
3. Maggiore equità sul lavoro: ridurre il peso delle responsabilità familiari che ricadono solo sulle donne può contribuire a ridurre il divario retributivo di genere e favorire una maggiore partecipazione femminile al mondo del lavoro.
4. Riduzione degli stereotipi di genere: condividere equamente la cura dei figli permette di rompere gli stereotipi che associano il ruolo di “caregiver” esclusivamente alle donne.
Nonostante i progressi fatti, ci sono ancora diversi ostacoli alla piena attuazione del congedo paritario in Italia. In molte famiglie, persiste una mentalità tradizionale che vede la madre come il principale caregiver. Inoltre, in alcuni settori lavorativi, prendere il congedo parentale può essere visto negativamente, soprattutto per gli uomini, che potrebbero temere ripercussioni sulla propria carriera.
È quindi necessario lavorare anche su un cambiamento culturale, oltre che legislativo, che incoraggi una maggiore partecipazione dei padri e un approccio più flessibile e inclusivo da parte dei datori di lavoro.
In conclusione, il congedo paritario rappresenta un passo fondamentale verso una società più equa e inclusiva, in cui uomini e donne condividono equamente le responsabilità familiari. In Italia, sebbene siano stati fatti notevoli progressi, la strada verso una piena attuazione di questa misura è ancora lunga. È fondamentale che il governo continui a promuovere politiche che sostengano la parità di genere, sia attraverso incentivi economici che campagne di sensibilizzazione, per creare un ambiente in cui entrambi i genitori possano prendersi cura dei propri figli senza sacrificare la propria carriera o la propria realizzazione personale.