Il cinema con un solo spettatore


AGI – Un faro tra la nebbia di campagna. L’insegna verde brilla e ‘resiste’ al Covid. C’e’ scritto: “Cinema”. E dentro le luci sono accese. Non e’ ancora ora di coprifuoco ma nel piccolo paese di mille abitanti è tutto fermo. Lungo la strada voci di attori filtrano all’esterno. Un passante sorride guardando le vetrine. Davanti al maxi schermo, come ogni sera, seduto su una delle poltrone in velluto rosso della sala anni ’50 c’è un unico spettatore: è Morris Donini, 46 anni, il gestore del cinema “Mandrioli” di Ca’ de’ Fabbri frazione di Minerbio, Comune della bassa bolognese. Dopo l’ultima serrata imposta dal dpcm, i ‘compagni di viaggio’ rimasti sono le fotografie in bianco e nero delle star hollywoodiane appese alla pareti.

“Il cinema non è morto”

“Ogni sera da circa un mese – racconta all’AGI – vengo qui e proietto un film. Adesso il cinema è vuoto ma non è morto. Vive ancora, c’e’ una lucina dentro la sala. Non avendo figli questa e’ la mia creatura”. Morris Donini, e’ un ‘predestinato’: gia’ da piccolo costruiva sale cinematografiche con scatole di scarpe. Poi la passione si è trasformata in un lavoro. Ed ora il ‘suo’ cinema ‘combatte’ per non sparire. “E’ nato tutto come una mia esigenza intima. Io senza il cinema non so stare. Vengo qui e guardo un film, penso. E’ un mio luogo dell’anima. Poi ho notato che alcune persone incuriosite si fermavano fuori. La gente non puo’ entrare dentro ma puo’ ascoltare il film dall’esterno. E’ un messaggio simbolico di resistenza e speranza”. I l cinema “Mandrioli” prende il nome dalla famiglia che lo costruì negli anni ’50. La sala conta 390 sedute. E c’è ancora la galleria. Prima del Covid, nella serata di punta dedicata ai cosiddetti film d’essai, il giovedì sera, si faceva il pienone. “In molti erano costretti ad aspettare fuori. Era un’occasione di ritrovo per tutta la bassa bolognese. Qui – ricorda il 46enne – nascevano anche delle amicizie. Per me il cinema è questo: non solo cultura ma ha soprattutto un valore ricreativo, di aggregazione”.

Dai film hard a quelli di autore

Morris si sedeva a terra dietro l’ultima fila. “Mi piace sentire le vibrazioni del pubblico”. Oggi i film d’autore, ‘ieri’ quelli a luci rosse. Per sopravvivere, infatti, alla crisi degli anni ’80, il suo istrionico fondatore, Stelio Mandrioli, proiettava film hard da lunedì al venerdì – con tanto di banchetti a base di mortadella e prosciutto a fine pellicola – e per famiglie nel week-end. “Arrivavano pullman da tutti i comuni vicini. Questo cinema e’ la nostra storia. E’ il nostro paese”, ricorda Ambra, 65 anni, che vive a Ca’ de’ Fabbri. Ora il nemico, forse il più duro da sconfiggere, si chiama coronavirus. “Abbiamo dovuto chiudere per la prima volta il 24 febbraio scorso. Poi ci hanno fatto riaprire il 15 giugno inaspettatamente. Dall’oggi al domani. L’industria cinematografica – spiega il gestore del “Mandrioli” – non era preparata. Sono usciti pochissimi film nel periodo estivo. Siamo ripartiti con grandissima fatica perche’ tra settembre e ottobre c’e’ stato un crollo di incassi tra l’80 e il 90 per cento. Il 25 ottobre e’ arrivata la nuova chiusura. Per me e’ stato un disastro ci stanno dando qualche ristoro ma riesco a coprire solo una parte dell’affitto e dei costi fissi”.

La speranza di una riapertura

La speranza e’ avere spettatori in sala il prima possibile pur nella consapevolezza che sara’ una ripartenza in perdita. In tempi crisi, per ridurre le spese il 46enne e’ mente e braccio del cinema. Vende e stacca i biglietti, fa partire i film, accoglie il pubblico. “E’ fondamentale riaprire per riallacciare il rapporto con il pubblico. Se si spezza questo filo cosi’ esile la gente perde l’abitudine di uscire e magari preferisce rimanere sempre nel proprio salotto di casa”. Cosi’ Morris si e’ inventato un servizio ‘porta a porta’ con consegna a domicilio di gadget (tazze, agende, borse), e la vendita anticipata di biglietti in attesa di riprendere le proiezioni. Infine, di fianco al portone d’ingresso, la classica locandina di richiamo e’ stata sostituita con un albero di Natale spelacchiato. Ogni giorno i paesani di Ca’ de’ Fabbri vi attaccano sopra pensieri e bigliettini per adornarlo. “Il Nuovo cinema Mandrioli riesce a farci sognare anche in assenza di pellicole”, è uno dei messaggi appesi all’albero.