La scultura del giorno che vi propongo oggi è il Centauro cavalcato e tormentato da Amore, capolavoro di arte antica noto anche con il nome di Centauro Borghese.
Il gruppo scultoreo fu scoperto nell’area del Celio presso la Villa de’ Fonseca e la sua presenza viene annoverata negli inventari di Palazzo Borghese di Ripetta a partire dal 1610.
Quest’opera era uno dei pezzi più preziosi della collezione del cardinale Scipione Borghese e fu classificato tra le opere di prima fascia sia per lo stato di conservazione che per l’esecuzione mirabile di chi lo realizzò da parte di Visconti che Napoleone aveva incaricato per la valutazione dei marmi di Borghese.
Il Centauro cavalcato da Amore è una replica del 130 d.C circa, epoca di Adriano, da un originale del II secolo a. C.
L’opera fu sottoposta a un restauro integrativo da parte dello scultore Alessandro Algardi nel 1638 mentre fu Cordier ad aggiungere il piedistallo in marmo bigio.
Il braccio sinistro del Centauro, parte delle zampe equine, il tronco di pino che aiuta a scaricare il peso a terra dell’opera, le ali di Amore e le braccia dello stesso sono infatti rifacimenti.
L’opera fin dal momento del ritrovamento fu definita “cosa molto rara” per l’altissima qualità tecnica e le implicazioni sia iconografiche che morali.
Visconti nel 1821 volle interpretare il putto con il capo cinto di pampini e uva nel genio bacchico invece che in Amore, capace di raffigurare la forza distruttiva dell’ebbrezza sulla creatura nata selvaggia.
Il Centauro ha il volto segnato da un’espressione di supplica mentre il genio lo tormenta e differenza da quanto ipotizzato da Visconti, sembra piuttosto raffigurare i danni causati dall’amore in età avanzata.
Per volere di Napoleone l’opera fu acquistata per un costo di 60mila franchi e fu prima incassata e poi inviata a Parigi. Arrivò in città il 29 novembre del 1808 e oggi è custodita all’interno del Museo del Louvre.
Fonte: https://michelangelobuonarrotietornato.com/