AGI – In principio era Parenti Serpenti, il film con cui Mario Monicelli fotografava la famiglia allargata italiana e il Natale come redde rationem tra fratelli, sorelle, cugini e zii più o meno lontani. Piccole e grandi meschinità, invidie e le gelosie, scontri che vertevano anche su chi dovesse assumersi l’onere di tenere in casa l’anziano genitore. Una narrazione lontana anni luce da quella che oggi, nel primo – si spera anche ultimo – Natale pandemico viene offerta da media e social network, anche in virtù degli allarmi lanciati dalla classe politica.
Il decreto Natale ha costretto molti a rimanere chiusi fra le quattro mura di casa, rinunciando alle tradizionali adunanze famigliari.
In molti, poi, si sono ritrovati in perfetta solitudine. E, tra questi, gli anziani sono quelli che hanno sofferto di più. La fotografia scattata a un anziano signore che ha chiamato i carabinieri per poter brindare con qualcuno ha fatto il giro dei siti di notizie spingendo politici e ministri a commentare.
Il rischio solitudine, specie fra le categorie più fragili, ha fatto molto discutere anche fra le forze politiche della maggioranza di Governo. Non sempre, tuttavia, questa preoccupazione è presente fra i famigliari di chi è ricoverato nelle strutture socio sanitarie per anziani.
“Vorrei che sapeste che oggi più della metà dei miei ospiti in casa di riposo non ha ricevuto alcuna chiamata da parenti o conoscenti. Mi sono portata a casa tanta tristezza”, scrive sui social una operatrice socio sanitaria che si firma Croquette. Ma il signor Eugenio – questo il nome dell’anziano signore che ha brindato con i militari – non è il solo ad aver cercato compagnia per un brindisi.
In molti, soprattutto tra chi non è potuto tornare nel comune di origine, hanno beneficiato dell’invito di amici o colleghi di lavoro. È il caso di Francesco che, su Twitter, condivide la foto dei piatti che ha portato dai suoi vicini di casa: “In tre è sufficiente per non sentirsi soli. Grazie ai miei adorati vicini e…speriamo che a loro piacciano gli struffoli!”.
Un aiuto arriva dalla tecnologia e, così come per le riunioni di lavoro, anche le cene di Natale si consumano sulle piattaforme di videoconferenza: “Benvenuto pranzo di Natale con i parenti su Zoom!”, scrive su Twitter Gianni Bellon. In molti, tuttavia, mostrano di apprezzare alcuni aspetti del Natale dimesso di questo sfortunato 2020: “A casa alle 22.00, cena piacevole senza eccessi, pochi familiari ma buoni. Un Natale perfetto”, twitta Ale, mentre Patrizia Solaria, appassionata dei giochi di carte, si consola come può: “E che vuoi fare a Natale senza le carte?”, scrive pubblicando una fotografia che la ritrae alle prese con un solitario.
Dario Mainieri, pur sentendo la mancanza dei suoi parenti, non si lascia andare alla tristezza e, pubblicando una fotografia della tavola imbandita, scrive: “Le persone intorno al tavolo al quale siedo in questo giorno, da 29 anni a questa parte, oggi non sono le stesse delle scorse vigilie. Questo mi rammarica non poco. Ma la magia del Natale, seppur atipico, rende il calore di questa casa quello di sempre”.
Anche Renato Pizzi riesce a trovare una nota positiva nello strano Natale 2020: “Effetto collaterale del lockdown: per la prima volta nella vita preparo un pranzo di Natale. Rispetto alla cena della vigilia ho il doppio dei commensali: saremo in due”.
Ma se c’è chi ha osservato le regole restrittive, non manca chi si vanta di averle aggirate. Fabio, ancora su Twitter, segnala di “non aver mai visto una zona rossa cosi’ gialla” e un altro utente che si firma con nome e cognome posta la foto di una tavolata a cui siede una dozzina di persone, tutte a mostrare il dito medio: “Ecco come rispondiamo a chi ci vuole far stare in casa anche a Natale”. E ancora: “Sono le 17.06 e siamo agli amari/liquori/grappe. Grazie Giuseppi che ci hai fatto scappare da Milano”, scrive un altro utente su Twitter.
Se mancano i punti di riferimento famigliari, ci si puo’ consolare con la programmazione: “Una poltrona per due, con questo lockdown, farà più ascolti della prima volta che l’hanno dato. Io fedelissimo da 20 anni!”, scrive un utente su Facebook. “Una poltrona per due resiste anche nel Natale dell’era Covid”, conferma Angelo Aquilante. “Finalmente ho una scusa per vedere ‘Una poltrona per due'”, esulta Marco, ancora su Twitter.
Vedi: Il cenone in diretta streaming con i parenti? Triste, ma nemmeno troppo
Fonte: cronaca agi