Il caso della presunta spia al soldo di tedeschi e cinesi e della sua misteriosa moglie italiana


AGI – Analista di politica estera e “doppio agente”, per la Cina e la Germania. È un’intricata vicenda di spionaggio, quella per cui è stato incriminato il politologo tedesco Klaus Lange, accusato insieme alla moglie italo-tedesca domiciliata a Bolzano di aver compiuto “attività di spionaggio” a favore della Cina.

Una storia dai confini ancora non del tutto chiari, sulla quale è intervenuto il sottosegretario alla presidenza del consiglio dei ministri, Franco Gabrielli, specificando che l’operazione “non riguarda in alcun modo” l’Italia, anche se è stata “condotta nel 2018 con la collaborazione dell’Aisi”.

Il dubbio su una possibile ‘connection italiana’ di questa spy story deriva dal fatto che la moglie italo-tedesca dell’uomo era domiciliata in provincia di Bolzano. In pratica, la Procura federale accusa Lange di aver passato ai servizi segreti di Pechino informazioni prima e dopo visite di Stato oppure in occasione di conferenze internazionali.

Peraltro, come rivelato dall’emittente pubblica tedesca Ard, l’uomo non solo era un collaboratore della Fondazione Hanns-Seidel (vicina ai cristiano-sociali bavaresi), ma era anche un informatore dell’intelligence tedesca del Bnd (Bundesnachrichtendienst). Inoltre, stando alla ricostruzione degli inquirenti, Lange sin dal 2001 era l’animatore di un think-tank specializzato in affari internazionali grazie al quale nel tempo ha potuto contare su una rete sempre più estesa di contatti e che ha visto crescere nel tempo la sua rilevanza.

È anche in questa funzione che nel giugno del 2010 il politologo tedesco sarebbe stato “arruolato” dagli 007 cinesi: l’occasione è stata offerta da un viaggio per una conferenza a Shanghai, con Lange che in cambio delle informazioni passate a Pechino ha ottenuto sinanche il pagamento delle spese di viaggio oltre che la corresponsione di un vero e proprio onorario.

A quanto pare, l’uomo non era nuovo agli ambienti dei servizi segreti: è sempre l’Ard a sostenere che Lange collaborava “complessivamente già da 50 anni” con gli 007 tedeschi del Bnd, anche in questo caso dietro compenso. Ed è in quanto collaboratore della Fondazione Hanns-Seidel che il politologo avrebbe avuto negli anni i contatti internazionali necessari nonché la possibilità di viaggiare molto all’estero, compresa l’allora Unione sovietica. Il suo più recente incarico nella fondazione è quella di responsabile per la politica di sicurezza internazionale.

Secondo la ricostruzione di alcuni media, inoltre, la sua attività a favore dei servizi cinesi si sarebbe svolta anche dalla sua sede in Alto Adige. Lo stesso Lange – oggi 74enne già da tempo in pensione – ha affermato di aver informato i suoi referenti nel Bnd dei tentativi di avvicinamento da parte degli agenti cinesi, venendo in questo “incoraggiato” dai colleghi tedeschi. La sua abitazione a Monaco di Baviera era stata già perquisita nel 2019: nell’occasione le forze dell’ordine avevano sequestrato “una grande quantità di computer e di dati”. Alla fine l’ordine di arresto, deciso il 21 giugno scorso dalla Procura federale.

Source: agi