Il caos nel M5s complica la corsa a sindaco di Roma


AGI – Nicola Zingaretti “non ha bisogno dei miei consigli. È una personalità importante e capace e sta facendo molto bene il presidente della Regione Lazio, gli faccio i miei complimenti per come la sta gestendo”, parola di Stefano Bonaccini. Goffredo Bettini sottolinea che Zingaretti è “una candidatura molto forte per un fatto naturale, avendo governato bene la Regione Lazio, avendo vinto più volte con l’elettorato romano, sta facendo bene con i vaccini ed è popolare”. E dire che Nicola Zingaretti, non solo non è in campo, ma continua a respingere le avances di chi lo vuole in corsa per il Campidoglio.

Le speranze di chi chiede all’ex segretario Pd di farsi avanti sono ormai ridotte al lumicino e appese a un incastro di fattori quasi impossibile. Secondo un dirigente di spicco del Pd, le possibilità che Zingaretti scenda in campo sono una su cento. In pole, quindi, ci sarebbe ancora l’ex ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri. Solo che, ribattono dal partito romano, la lunga attesa rischia di logorare il parlamentare dem.

Una dinamica fotografata anche da Carlo Calenda, che corre con il sostegno di Italia Viva e può sottrarre voti alle due coalizioni: “La situazione candidature a Roma è sempre più paradossale. Guido Bertolaso e Nicola Zingaretti, che hanno categoricamente smentito la loro disponibilità, vengono dati dai giornali come candidati sicuri. I media non tengono in gran conto la loro parola. Intanto Roberto Gualtieri è sparito”.

Stando ai maligni, Calenda avrebbe tutto l’interesse a vedere scendere in campo Gualtieri, al posto del “più forte” Zingaretti, che diversi sondaggi accreditano come unico nome titolato per la vittoria a sinistra. Ma le parole dell’ex ministro dello Sviluppo Economico non cadono certo nel vuoto. Il pressing su Zingaretti c’è, nessun dubbio. Ieri è partito un ultimo tentativo di convincerlo, prima che domani il tavolo del centrosinistra romano si riunisca per stabilire regole e scadenze per le candidature alle primarie.

Ai gazebo del 20 giugno, indicati da Enrico Letta come la via maestra per la scelta del candidato, ormai manca un mese e mezzo. Ma fino a che non arriveranno garanzie che, un minuto dopo la sua candidatura, i 5 stelle in Regione non mollerebbero la giunta in cui sono entrati un mese fa, Zingaretti non farà un passo.  

Il problema è anche la campagna per il primo turno. Perché, spiegano fonti parlamentari dem, non bisogna avvelenare i pozzi. Facile a dirsi, difficile a farsi: “Se ti vuoi presentare in discontinuità con la giunta precedente e dopo cinque anni di ‘vaffa’ da una parte e dall’altra”, mantenere un fair play è decisamente arduo. “Non possiamo candidarci contro la Raggi fino a che nei 5 Stelle nessuno ci sappia assicurare, che sia Conte o chi per lui, che 5 minuti dopo non esca mezzo Movimento dicendo ‘la nostra candidata è la Raggi, ora lasciate la giunta’”, affermano fonti romane del Pd.

Ma come assicurarlo? Seppure l’ex premier Giuseppe Conte lo mettesse per iscritto, con l’aria che tira nel M5s e dopo il pronunciamento del giudice di Cagliari, sarebbe inchiostro simpatico. La stessa Raggi, viene sottolineato, non può ancora fare le liste perché non sa se avrà a disposizione il simbolo, così giocando di anticipo ha creato il comitato ‘Avanti con CoRaggio’ che, alle brutte, oltre alla simbolo della lista civica può diventare il contenitore ufficiale per la candidatura.

A questo si aggiunga l’inaspettato endorsement arrivato da Rousseau che rende plastico il clima da “liberi tutti” che regna nel Movimento: “A Roma i cittadini sono i veri protagonisti della politica capitolina”, e l’Associazione Rousseau, dal Blog delle Stelle, assicura che “saranno loro infatti, insieme all’attuale amministrazione comunale, a scrivere il programma elettorale da sottoporre alla cittadinanza durante le prossime elezioni amministrative di settembre-ottobre 2021”.

Un endorsement che arriva pochi minuti prima le parole di fuoco di Giuseppe Conte proprio su Davide Casaleggio: “Per legge è obbligato a consegnare i dati degli iscritti al Movimento, che ne è l’unico e legittimo titolare”, avverte Conte: “Su questo c’è poco da scherzare, perché questi vincoli di legge sono assistiti da solide tutele, civili e penali. Abbiamo predisposto tutto per partire. Siamo pronti. Questa impasse sta solo rallentando il processo costituente, ma certo non lo bloccherà. Verrà presto superata, con o senza il consenso di Casaleggio. Se Rousseau non vorrà procedere in questa direzione, chiederemo l’intervento del Garante della Privacy e ricorreremo a tutti gli strumenti per contrastare eventuali abusi – continua -. Non si può fermare il Movimento, la prima forza politica del Parlamento”. 

Source: agi