Il 2021 è stato l’anno più antisemita del decennio


AGI – Con una media di almeno dieci episodi al giorno, il 2021 è stato l’anno più antisemita dell’ultimo decennio. Lo rileva il rapporto della Wzo, l’Organizzazione sionista mondiale, e dell’Agenzia ebraica per Israele, secondo quanto riferisce The Jerusalem Post.

Il numero effettivo di episodi di antisemitismo tuttavia è reputato decisamente maggiore, poiché molti incidenti non sono denunciati. Tra i casi più diffusi si contano le scritte, gli atti di profanazione, il vandalismo e la propaganda. Ammontano a circa un terzo del totale le violenze verbali o fisiche, anche se nessuna è sfociata in un omicidio nell’ultimo anno.

C’è una correlazione diretta tra le ricorrenze, o le tensioni, in Israele e gli episodi di antisemitismo, come è accaduto durante il mese di maggio in occasione della Festa di Shavuot, Eid al-Fitr, il Nakba Day, il Jerusalem Day, l’Al-Quds Day, o dopo lo sfratto della famiglia palestinese dal quartiere di Sheikh Jarrah, l’Operazione militare ‘Guardiano delle Mura’ e gli ultimi conflitti tra Israele e Hamas. A ognuno di questi eventi è corrisposto un picco di episodi di antisemitismo. 

L’andamento dell’antisemitismo in Europa ha risentito del mutato clima suscitato dalla pandemia di Covid-19. Mentre nel 2020 la diffusione del coronavirus alimentò teorie cospirazioniste che fomentarono l’antisemitismo, nel 2021 queste si sono riversate sul tema dei vaccini.

In più, hanno ingenerato in alcuni il paragone tra l’obbligo vaccinale e le politiche della Germania nazista durante l’Olocausto, dando anche vita a pubbliche proteste in cui i manifestanti esibivano la famigerata “stella gialla”.

“L’uso di questi simboli ha creato un preoccupante fenomeno di ‘trivializzazione dell’Olocausto’, il cui scopo principale è sminuire le dimensioni dell’Olocausto e la sua unicità e importanza storica”, si afferma nel rapporto.

Ma quali sono i luoghi dove si è registrato il maggior sentiment antisemita nell’anno passato? Circa la metà di tutti gli episodi denunciati è avvenuta in Europa, con una crescita nel Regno Unito (1.308 casi nel primo semestre contro 875 dello stesso periodo 2020) e in Austria, dove sono raddoppiati.

L’aumento in Germania, dove la statistica è aggiornata ai primi dieci mesi dell’anno, conta 1.850 episodi contro i 1.909 di tutti i 12 mesi del 2020, e il fenomeno interessa più i lander dell’ex DDR.

Prosegue invece un trend di diminuzione in Russia, secondo quanto riferito dalla locale comunità ebraica.

Una quota del 30 per cento sul totale mondiale di episodi antisemiti è segnalata negli Stati Uniti, anche se sia Canada sia Australia hanno assistito a “un drastico incremento”.

Negli States, New York ha registrato il doppio dei casi rispetto all’anno prima: 503 contro 252. E nei primi sei mesi del 2021, Los Angeles ha segnato un incremento del 59% sul 2020.

“Le comunità ebraiche di tutto il mondo fronteggiano le sfide di un antisemitismo crescente e continuamente mutevole” ha affermato Raheli Baratz-Rix, capo del dipartimento per la lotta all’antisemitismo della Wzo, aggiungendo che a dispetto delle evidenze statistiche, inducono ottimismo la definizione di antisemitismo cui sta lavorando l’Ihra (l’International Holocaust Remembrance Alliance) e le misure di contrasto che prevedono boicottaggio, disinvestimento e sanzioni.

“È dovere di ogni Paese provvedere alla sicurezza dei cittadini, compresi i membri della comunità ebraica, e proteggerli in ogni circostanza che abbia luogo sul proprio territorio. Allo stesso tempo, lo Stato di Israele continuerà sempre a essere un rifugio per ogni ebreo che lo desideri”.

Il rapporto annuale di Wzo e Agenzia ebraica è diffuso come di consueto in occasione del Giorno della Memoria, che il 27 gennaio di ogni anno ricorda le vittime dell’Olocausto.

Source: agi