I giovani non abbiano paura di osare


Alle nuove generazioni, non alle superpotenze o alle multinazionali, è affidata la speranza di cambiare il pianeta. Nel romanzo “Il mondo di Anna”, lo scrittore norvegese Jostein Gaarder, con la grazia e la semplicità delle favole, ci fa considerare il nostro posto nel mondo in una prospettiva sorprendentemente nuova

di Antonino Gulisano

Tempo fa, nel 2014, comprai un romanzo, “Il mondo di Anna” del mio scrittore preferito Jostein Gaarder, l’Autore de “Il mondo di Sofia”, che fu il suo primo romanzo filosofico.

Ieri mi sono ritrovato tra le mani quel libro e ho voluto iniziare a leggerlo. Con mia grande sorpresa, fin dalle prime pagine sono stato affascinato dall’attualità dell’opera dello scrittore norvegese, soprattutto in relazione alla COP26, la conferenza Onu sul clima a Glasgow.

Anna è una ragazzina strana, animata da un amore profondo per la natura e dotata da una fervida immaginazione che talvolta la confina in un mondo tutto suo.

Nel piccolo villaggio della Norvegia dove vive, cerca di figurarsi il proprio futuro e subito scorge il sinistro profilo della catastrofe ambientale che minaccia la Terra. Non sono gli studi, gli svaghi e i primi innamoramenti a riempire le sue giornate, ma il destino incerto di alcune specie.

Anna è una ragazzina davvero strana, eppure lo psicologo che la segue non fa che ammirare l’impegno e il senso di responsabilità di un’adolescente dall’intelligenza non comune. Ma all’alba del suo sedicesimo compleanno, Anna fa strani sogni ricorrenti: sogna un futuro dove tutto è perduto, dove gli effetti devastanti della mano dell’uomo sulla natura sono drammaticamente eventi. Sente allora che deve fare qualcosa, e deve farlo adesso. Non è al comando di una superpotenza o di una grande multinazionale, eppure il piano che sta per concepire, insieme a un amico che come lei non ha paura di osare, potrebbe cambiare per sempre il destino del pianeta.

Dopo “Il mondo di Sofia”, Gaarder ci consegna un romanzo che, con la grazia e la semplicità delle favole, non ci parla di temi ecologici ma ci permette di considerare il nostro posto nel mondo in una prospettiva sorprendentemente nuova.

Traendo spunto dalla lettura di questo romanzo, desidero fare un appello alle nuove generazioni. Non servono le marce nelle piazze di tutto il mondo o gridare “bla, bla, bla” ma piuttosto riflettere sull’analisi del fisico Zichichi che approfondisce la questione clima e, rivolgendosi a Greta Thunberg, afferma che essa: “Non dovrebbe interrompere gli studi, come ha detto di volere fare”. ″È bene precisare che cambiamento climatico e inquinamento sono due cose completamente diverse. Legarli vuol dire rimandare la soluzione. E infatti l’inquinamento si può combattere subito senza problemi, proibendo di immettere veleni nell’aria. Il riscaldamento globale è tutt’altra cosa”.

In conclusione, sui baby boomer ricade la responsabilità di fermare il più grande spreco di risorse della storia. Per riuscire a cambiare per sempre il destino del pianeta Terra essi non devono avere paura di osare.