“Ci aspettavamo altro da un Paese che è oggi il primo beneficiario del meccanismo europeo di solidarietà” dice all’AGI una fonte del governo di Parigi, dopo che la nave della Ong SOS Meditérranée ha fatto rotta verso le acque francesi
AGI – “Ci aspettavamo altro da un Paese che è oggi il primo beneficiario del meccanismo europeo di solidarietà”: lo ha dichiarato all’AGI una fonte del governo francese interpellato sul caso della nave Ocean Viking, della Ong SOS Méditerranée, che cerca un porto sicuro dove sbarcare i migranti soccorsi in mare e in questo momento “si trova ancora nelle acque italiane”. “Il comportamento delle autorità italiane è inaccettabile, contrario al diritto del mare e allo spirito di solidarietà europea”, ha aggiunto la fonte.
Intanto la Rise Above è a Reggio Calabria e i naufraghi della Geo Barents sono sbarcati a Catania, anche quelli prima esclusi dal controverso e inedito meccanismo dello sbarco “selettivo”, e la speranza di toccare terra sempre più vicina per quelli di Humanity 1.
Si scioglie così, con l’aiuto di Emmanuel Macron e tra ricorsi, ripensamenti dei medici e tensioni a bordo delle navi attraccate a Catania, il nodo che aveva avvinghiato il porto etneo dalla fine della scorsa settimana, quando il governo, nel timore di una tempesta in mare, aveva ‘aperto’ le acque territoriali italiane all’ingresso delle navi delle ong ma condizionando la loro permanenza in porto solo per il tempo di una selezione dei ‘vulnerabili’ e dunque meritevoli di scendere a terra.
La svolta è arrivata nel pomeriggio di martedì, quando una commissione di Usmaf (Autorità sanitaria marittima di frontiera) e Asp ha riscontrato un livello di “alto rischio” psicologico su Geo Barents e preso atto che la lunga permanenza a bordo dei naufraghi potrebbe creare un ulteriore elevato disagio tra i migranti. Nella commissione operano tre psichiatri, due psicologi, un pedagogista e un infettivologo.
L’alto rischio è stato rilevato da un test somministrato attraverso un questionario elaborato dai medici della salute mentale. Il lavoro dei medici di Usmaf era stato pesantemente criticato e denunciato all’Ordine da decine di loro colleghi, che avevano aderito a un appello di Mediterranea Saving Humans: “Avete tradito – vi è scritto – il giuramento di Ippocrate”.
Oggi è cominciata la partita legale con la presentazione del primo dei ricorsi, quello che chiede lo sbarco urgente a terra dei naufraghi di Humanity 1, probabilmente svuotato dalle decisioni giunte in tarda serata. I giornalisti, intanto, hanno faticato a verificare la condizione dei migranti a bordo: “Le autorità – ha avvertito la Fnsi – li lascino lavorare”.
Ecco di seguito la situazione delle navi:
Rise Above
L’imbarcazione è arrivata oggi nel porto di Reggio Calabria, con 89 persone a bordo. Dopo gli accertamenti dell’ufficio immigrazione della prefettura e i controlli sanitari, i migranti sono stati alloggiati temporaneamente nella palestra di una scuola della periferia nord della città, in attesa di essere smistati nei centri di accoglienza. “Abbiamo solo obbedito alla legge del mare – ha commentato uno degli operatori di ‘Rise Above’ – soprattutto quando noti che su una barca che sta per affondare ci sono donne incinte e bambini”. Non sono stati riscontrati casi urgenti di pericolo per la salute, anche se tutti hanno mostrato segni evidenti di disidratazione e malnutrizione.
Ocean Viking
La nave – ha detto il presidente di Sos Mediterranee Italia, Alessandro Porro – arriverà nelle acque internazionali adiacenti alla Corsica il 10 novembre. Poi, probabilmente, si dirigerà verso Marsiglia. “Questa soluzione estrema – ha aggiunto – è il risultato di un fallimento gravissimo e drammatico di tutti gli Stati membri dell’Unione Europea e degli Stati associati, che non sono stati in grado di indicare un Porto sicuro alla nostra nave. Chiediamo che il Centro di coordinamento per la ricerca e il soccorso in mare francese trovi una soluzione immediata per i naufraghi a bordo della Ocean Viking”.
I 234 naufraghi a bordo della nave hanno trascorso a bordo 18 giorni. “Particolarmente nel corso delle ultime ore – ha proseguito Porro – il team medico di bordo ha riscontrato stati di fortissimo stress tra i naufraghi, con crescenti sintomi di ansia, depressione, insonnia e perdita dell’appetito. Dopo aver atteso così a lungo una risposta positiva alle molteplici richieste di un Porto sicuro, i naufraghi stanno perdendo le ultime speranze, nonostante l’esemplare resilienza che hanno dimostrato finora. Alcuni sopravvissuti hanno iniziato a manifestare l’intenzione di buttarsi in mare per la disperazione. Incidenti gravi possono verificarsi in qualsiasi momento, mettendo a rischio la sicurezza degli stessi naufraghi e del nostro equipaggio”.
Geo Barents
I 212 naufraghi raccolti da Msf sono stati visitati dagli psicologi, che li hanno ritenuti tutti “fragili”, come d’altronde da giorni erano stati definiti dalle ong. “È stata accolta la nostra richiesta. Stanno per salire a bordo delle navi a Catania un team di psicologi e successivamente un team per analisi infettive. Ringraziamo le autorità locali. E saliamo a bordo”, aveva scritto in giornata il senatore del Pd, Antonio Nicita.
Un siriano era stato portato via nel pomeriggio in ambulanza, dopo che ieri si era gettato in mare e aveva trascorso la notte sulla banchina insieme con un altro uomo, anche lui di origine siriana. “Dopo giorni e giorni su quella nave – ha raccontato quest’ultimo, Youssuf – stavo impazzendo. Ho avuto la sensazione che il mio corpo e i miei sogni stessero andando in frantumi. Sono grato per tutta l’assistenza che ho ricevuto a bordo ma non ce la facevo più a sopportare quella situazione”. “My life is back”, ha urlato uno dei naufraghi all’annuncio dello sbarco.
Humanity 1
I 35 naufraghi a bordo sono sbarcati dopo i compagni di sventura di Geo Barents. Circa 30 avevano rifiutato il cibo nelle ultime 40 ore, dando vita a uno sciopero della fame. “Hanno solo bevuto”, ha detto l’equipaggio. Sulla Humanity 1 in serata è salita la commissione Usmaf-Asp per un nuovo screening. È in preparazione, oltre al ricorso al Tribunale civile di Catania, quello al Tar del Lazio contro il provvedimento che impone al comandante della nave di lasciare il porto di Catania con i migranti a bordo, disposizione che non ha una scadenza. Probabilmente entrambi i ricorsi, se i migranti sbarcheranno, non saranno presentati.