AGI – A festeggiare i 70 anni di Verdone, il 17 novembre, doveva esserci di lì a poco anche l’uscita del suo film ‘Si vive una volta sola’ fissata per il 26 novembre, ma fermata dal Covid e dal decreto che ha chiuso cinema e teatri, con un secondo doloroso stop seguito a quello dettato dal primo lockdown all’uscita ufficiale prevista per il febbraio scorso.
Un debutto tanto travagliato non si era forse mai visto e considerando che il produttore Aurelio De Laurentiis aveva definito il film “un inno alla vita” presentandolo, ormai un anno e mezzo fa nell’incontro con la stampa su set pugliese, non c’è dubbio che quando riuscirà finalmente ad approdare nelle sale ‘Si vive una volta sola’ sarà portatore di un doppio sentimento di lietezza e ritorno alla vita.
Girato in Puglia, tra Bari, Monopoli, San Vito di Polignano, Otranto, Castro, Sant’Andrea, Porto Badisco, Santa Cesarea Terme e Serrano, location dei quattro giorni del movimentato viaggio estivo che coinvolge i quattro protagonisti è la storia, un po’ alla ‘Amici miei’ di un’equipe autorevole e affidabile in sala operatoria tanto da essere quella da cui si fa curare il Papa, ma sconclusionata e fragile nella vita privata, che i quattro, maestri della sala operatoria ma anche della goliardia, riempiono di beffe e scherzi vari.
Verdone è Umberto Gastaldi, un famoso primario, chirurgo oncologo, a capo di un’equipe composta dal suo aiuto Max Tortora, dall’anestesista Rocco Papaleo e dalla ferrista Anna Foglietta, tre attori con cui Verdone non aveva mai lavorato prima (non aveva mai neanche girato in Puglia) e che danno vita a un quartetto legatissimo nella vita professionale e in quella privata, campioni di amicizia e protagonisti di beffe, goliardate, battutacce in sala operatoria e a scherzi, anche piuttosto pesanti, rivolti soprattutto verso l’anestesista Papaleo, “il più debole e fragile, che viene messo in mezzo”, come aveva raccontato Verdone in conferenza stampa.
Max Tortora/Pezzella è un donnaiolo indefesso che si scoprirà stabilmente tradito dalla moglie, Anna Foglietta, una single dalla vita privata disastrata, mentre Papaleo/Lasalandra, un matrimonio sbagliato alle spalle è la vittima designata di scherzi a base di scritte in ascensore relative alle sue misure intime. Verdone-Gastaldi, da parte sua deve fare i conti con una figlia (Mariana Falace, alla sua prima prova cinematografica) che non ha cresciuto e che ormai ultraventenne gli si piazza in casa rivelandosi quasi un’estranea, amante di un onorevole, affezionata al dialetto campano di origine e presa dal suo ruolo da sexy protagonista di un infimo programma tv dove il suo didietro fa il picco di ascolti.
Non mancano un estemporaneo fidanzato spagnolo della Foglietta (Sergio Muniz) che la eccita parlandole in spagnolo in stile Kevin Kline ne ‘Un pesce di nome Wanda’, una sexy pianista e una coppia attempata ma assatanata che punta a coinvolgere Verdone in una performance di sesso a tre in una delle scene più divertenti del film.
La prima parte del film è condita da scherzi più o meno feroci ma poi, trasformandosi in road movie, e senza rinunciare al divertimento, si fa più intimo, spostandosi territorialmente in Puglia, per un viaggio estivo di pochi giorni che i quattro intraprendono, tra masserie di lusso, incontri, situazioni esilaranti, per un motivo al centro del colpo di scena finale del film scritto anche da Verdone con Pasquale Plastino e Giovanni Veronesi intervenuto con qualche sfumatura cinepanettonesca.
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Fonte: cronaca agi