Haiti: gang attaccano quartiere, 30 morti e migliaia di sfollati


Port-au-Prince, 18 ago. – È salito a 30 morti, tra cui due agenti di polizia, 4 dispersi e oltre una dozzina di feriti il bilancio degli attacchi che bande criminali stanno sferrando da giorni contro gli abitanti del quartiere Carrefour-Feuilles di Port-au-Prince. Lo riferisce l’Ong Rete nazionale per la difesa dei diritti umani (Rnddh).
L’assalto è stato lanciato martedì scorso dalla banda guidata da Renel Destina, detto Ti Lapli, uno dei capi delle organizzazioni mafiose che controllano gran parte di Haiti, uno dei Paesi più poveri e insicuri del mondo. Obiettivo della strage è ristabilire il controllo su un quartiere chiave per i traffici illegali. Da allora cinquemila residenti sono fuggiti da Carrefour-Feuilles a piedi, in moto o stipati in auto, cercando di portare con loro effetti personali. I gangster di Ti Lapli hanno saccheggiato e bruciato case e ucciso alcune vittime con armi automatiche.

Una residente, Dominique Charles, ha raccontato a France Presse di aver perso sua madre, il suo patrigno, suo figlio di 18 anni, due sorelle e un fratello in questi attacchi. “Gli aggressori hanno attaccato la nostra casa usando molotov. Sono riuscita a scappare ma gli altri membri della famiglia non sono stati così fortunati”, ha detto Charles, venendo a testimoniare presso la sede di Rnddh.
Alcuni sfollati hanno trovato rifugio nelle scuole e nel centro sportivo. Altri sono rimasti in strada, a volte senza tende di fortuna per ripararsi. Le autorità hanno annunciato giovedì di aver iniziato a distribuire pasti caldi e acqua potabile alle vittime.
L’assassinio del presidente Jovenel Moise, nel 2021, ha aggravato la già profondissima crisi socioeconomica di Haiti e dato ulteriore slancio alle bande armate, che ora controllano circa l’80% della capitale.

Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, in una lettera privata ottenuta da France Presse, ha esortato mercoledì gli Stati membri a dispiegare un contingente multinazionale, composto da forze di polizia e militari, per rimettere ordine nell’isola, dove non si tengono elezioni dal 2016.
“Affrontare la situazione della sicurezza a Haiti richiede una serie di misure coercitive per far rispettare la legge, incluso l’uso attivo della forza in operazioni di polizia mirate contro bande pesantemente armate”, si legge nella missiva.
Lo scorso luglio il Kenya si era candidato a guidare il contingente, offrendo mille uomini, ma finora solo Bahamas e Giamaica si sono offerte di partecipare a un’operazione che rischierebbe di trasformarsi in un sanguinoso pantano. Una missione di pace dell’Onu aveva operato a Haiti dal 2004 al 2017 ma si era ritirata dopo che un’epidemia di colera costata migliaia di vite era stata fatta risalire a personale delle Nazioni Unite infetto. (AGI)
RUS