“Voi siete i miei figli, vi amo da morire…”. Oggi al Senato, al culmine del proprio intervento da remoto a una conferenza stampa di M5s sulle fonti alternative di energia, Beppe Grillo non ha resistito alla tentazione della mozione degli affetti, per coronare il proprio ritorno in prima linea a fianco dei pentastellati.
Un rinnovato attivismo coinciso con l’appressarsi di una doppia consultazione elettorale delicatissima sia per l’esecutivo e per il Movimento, e soprattutto con i sempre più numerosi focolai di dissidenza presenti all’interno degli eletti di M5s.
Che l’ex-comico genovese avesse intenzione di spendersi come non faceva da qualche tempo per la causa pentastellata era apparso evidente nei giorni scorsi, soprattutto quando aveva deciso di scendere a Roma per presenziare a un evento istituzionale (la presentazione della relazione annuale dell’agenzia delle dogane), a margine del quale aveva avuto un colloquio con Luigi Di Maio e col premier Conte.
La questione energetica, la politica nazionale
Sempre nel corso del blitz capitolino, Grillo era stato annunciato come partecipante, da semplice attivista, a uno dei banchetti del movimento per il sì al referendum, presenza poi sfumata a beneficio comunque di una martellante campagna pro-sì sui profili social. Oggi, infine, un vero e proprio intervento-comizio di circa 40 minuti, dove prendendo le mosse dalla questione energetica, il fondatore e Garante dei Cinque Stelle ha toccato tutti i temi caldi sia della scena politica nazionale che di quella interna al movimento. Mosso dalla preoccupazione di dare pieno sostegno ai suoi e copertura al governo, dove a suo avviso gli esponenti grillini stanno facendo “un miracolo”.
“E’ il momento straordinario – ha proseguito – per effettuare delle cose straordinarie. Invece sento che dal Parlamento si parla solo di nomine e queste cose non le concepisco. Possiamo fare cose straordinarie. Fate capire – ha incalzato i presenti, tra cui il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli – a questa sinistra che vuole essere progressista che ci sono le idee, che vanno perseguite. Dobbiamo dare una impostazione di che tipo di Paese vogliamo”.
Recovery fund: “Per raddoppiare il Pil? Non abbiamo capito niente”
Entrando nel merito della querelle sul recovery fund, Grillo ha detto che “dobbiamo cambiare tutto, ma se la priorità è raddoppiare il Pil vuol dire che non abbiamo capito niente”, non perdendo lo spunto per attaccare i sindacati “rimasti nel Novecento” e difendendo la bandiera pentastellata del reddito universale “non legato al ricatto del lavoro, un reddito che non è un piatto di minestra, ma un reddito che ti do perchè sei vivo”.
Ma un punto importante dell’intervento di Grillo, proprio perchè giunto in una fase estremamente delicata per le sorti di M5s, è stato quello in cui ha lanciato un segnale di unità, allontanando le voci che lo vorrebbero al fianco della “fronda” anti-Casaleggio e anti-Rousseau: “Io sono fuori – ha affermato Grillo – forse stando dentro si perde un po’ di libertà e si acquista in competenza, ma un punto di vista fuori ci vuole sempre. I cittadini devono poter andare avanti potendo dire la loro con dei sistemi tecnologici, che noi per primi al mondo abbiamo fatto. E non è una difesa di Rousseau, più o meno, è una difesa di una tecnologia che abbiamo fatto noi e dobbiamo ringraziare le persone che l’hanno fatta: Casaleggio padre e Casaleggio figlio”.
Vedi: Grillo arringa il Movimento: "Vi amo, fate miracoli"
Fonte: politica agi