Doppio presidio fuori dal Parlamento europeo in vista del voto cruciale sulla legge europea sul ripristino della natura: Socialdemocratici, Verdi e Sinistra con l’attivista svedese e Fridays For Future, il leader del Ppe Manfred Weber con gli agricoltori europei di Copa-Cogeca. Per Garcia Perez (S&d) il Ppe “si sta unendo ai negazionisti del cambiamento climatico”
Dall’inviato a Strasburgo – La tensione sale e montano le aspettative da una parte e dall’altra. Già dalla prima mattina, fari puntati sulla città francese sede del Parlamento europeo, sul dibattito sulla prima legge europea sul ripristino della natura e sul cruciale voto di domani (12 luglio). Due presidi per accompagnare gli eurodeputati all’ingresso dell’emiciclo e ricordare loro da che parte stare: da un lato Greta Thunberg e i giovani di Fridays For Future, dall’altro i trattori schierati da Copa-Cogeca, la maggiore lobby in difesa degli agricoltori europei.
Perché sulla legge proposta dalla Commissione europea e indicata come colonna portante del Green Deal europeo, ambientalisti e agricoltori sono agli antipodi. Spaccati a metà, così come l’Aula di Strasburgo. Con l’attivista svedese c’erano Iratxe Garcia Perez, leader dei Socialisti e democratici, Terry Reintke e Manon Aubry, rispettivamente copresidenti dei Verdi e della Sinistra europea. Il capannello di agricoltori era invece guidato dall’uomo forte del Partito Popolare Europeo, Manfred Weber, che con l’ostracismo sulla legge sul ripristino della natura sta sfidando la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, in una sorta di guerra fratricida all’interno del maggiore partito europeo.
“I politici stanno provando ancora una volta che hanno tradito la nostra fiducia, speriamo che domani ci dimostrino che sbagliamo”, ha incalzato Greta Thunberg, sottolineando che nel voto di domani “c’è in gioco la natura”, perché “se non la proteggiamo un numero indefinito di persone perderà la vita”. Un voto che ha ormai assunto dimensioni epocali, capace di tagliare le gambe all’ambizioso cammino dell’Ue verso la transizione ecologica o di ridargli lo slancio necessario a affrontarla a testa bassa. Anche se qualcuno storcerà inevitabilmente il naso. “Dobbiamo cercare di raggiungere gli obiettivi insieme agli agricoltori, insieme alle aree rurali e alle imprese che lavorano in queste aree, per questo fin dall’inizio abbiamo chiesto a Frans Timmermans (vicepresidente della Commissione Ue per il Green Deal, ndr) di presentare un’altra proposta”, ha dichiarato Weber al presidio con rappresentati di Copa-Cogeca.
L’esito della votazione di domani è da film thriller, basti ricordare i 44 voti a favore e i 44 contro con cui la Commissione Ambiente (Envi) ha bocciato il testo di compromesso sulla proposta della Commissione Ue lo scorso 27 giugno, molto dipenderà da come si comporteranno l’ala ‘Ursula’ del Ppe e i liberali di Renew. Al presidio in sostegno alla legge c’era anche l’eurodeputata di Renew Maria Soraya Rodriguez Ramos, che ha preso parola “per la maggior parte del gruppo”. Chi non ha dubbi sulla propria posizione sono i Socialisti e democratici, l’altro grande gruppo su cui, almeno fino a questo dossier, si è fondata la maggioranza parlamentare europea. Ma con la fine della legislatura che si avvicina le posizioni si polarizzano e l’intesa tra popolari e socialdemocratici scricchiola ogni giorno di più: per la presidente S&d, Iratxe Garcia Perez, “il Ppe sta facendo orecchie da mercante, si sta unendo ai negazionisti del cambiamento climatico e questa è una grave responsabilità che dovranno pagare”.
Fonte: eunews.it/