AGI – Durante il lockdown sono diminuiti i fumatori di sigarette tradizionali, ma è aumentato il consumo medio di sigarette, passando da 10,9 a 12,7, con un incremento percentuale di 9,1.
A dirlo è il Centro nazionale dipendenze e doping dell’Istituto superiore di sanità in occasione della Giornata Mondiale senza Tabacco, sulla base di dati elaborati in collaborazione con l’Istituto di Ricerche farmacologiche ‘Mario Negri’, l’Università Vita-Salute S. Raffaele, l’Istituto per lo studio, la prevenzione e la rete Oncologica (Ispro) e la Doxa.
L’Iss spiega che, “tra i fumatori di sigarette tradizionali, chi non è riuscito a smettere ha aumentato il numero di sigarette fumate. Inoltre, è anche alto il numero di chi ha provato per la prima volta tabacco riscaldato e sigaretta elettronica proprio durante il lockdown”.
L’indagine, svolta con l’obiettivo di cogliere gli effetti del lockdown sulle abitudini al fumo degli italiani, è stata effettuata nel mese di aprile mediante la compilazione anonima di un questionario online. “Rispetto all’opportunità colta – rileva l’Iss – si osserva che diminuisce la prevalenza dei fumatori durante il lockdown, che passa dal 23,3% al 21,9%. Quindi 1,4 punti percentuali in meno che corrispondono ad una stima di circa 630mila fumatori in meno (circa 334mila uomini e 295mila donne)”.
“Rispetto alle fasce d’età” – viene precisato – “hanno cessato il consumo di sigarette circa 206mila giovani tra 18 e 34 anni, 270mila tra 35 e 54 anni e circa 150mila tra 55 e 74 anni. Un altro 3,5% della popolazione, pur non cessando completamente il consumo dei prodotti del tabacco, ha diminuito la quantità consumata“.
“I dati dell’indagine – afferma Roberta Pacifici, direttore del Centro nazionale dipendenze e doping dell’Iss – ci dicono che il fumatore fortemente motivato ce la può fare a smettere e che situazioni di particolare emergenza sanitaria possono diventare una grande opportunità di salute“.
Aumenta la media delle sigarette
Tuttavia, l’Iss aggiunge che, “purtroppo, il 9,0% della popolazione, la cui stima è di circa 3,9 milioni di persone, ha aumentato o iniziato il consumo di tabacco. Infatti, l’8,55 ha aumentato il numero di sigarette fumate al giorno e 218 mila persone sono diventate nuovi fumatori. Precisamente, il consumo medio di sigarette al giorno è passato da 10,9 a 12,7, con un incremento percentuale di 9,1”.
L’Iss puntualizza come sia “particolarmente alta la percentuale di incremento delle sigarette consumate al giorno nelle donne, pari al 15,2% rispetto al 3,6% riscontrato negli uomini”.
Tabacco riscaldato
Durante il lockdown sono aumentati, invece, i consumatori di tabacco riscaldato e di sigaretta elettronica. Sono stati 436mila gli “svapatori” in più durante questo periodo. “Gli utilizzatori (occasionali + abituali) di sigaretta elettronica prima del lockdown erano l’8,1% della popolazione italiana (18-74 anni). Durante il lockdown, tale percentuale è salita al 9,1%, con un incremento degli utilizzatori di sigaretta elettronica pari a circa 436.000 persone.
Tra gli utilizzatori di sigaretta elettronica che hanno peggiorato la loro condizione di consumatori durante il lockdown, il 38,9% ha incrementato il numero di puff, il 18,0% ha ripreso regolarmente ad utilizzarla, il 17,0% era un consumatore occasionale ed è diventato abituale (tutti i giorni), il 13,0% la utilizzava raramente (1-2 volte nella vita) ed è diventato un consumatore abituale, il 13% non l’aveva mai provata prima del lockdown”.
Per quanto riguarda invece i prodotti a tabacco riscaldato, “la metà degli utilizzatori che hanno peggiorato la propria condizione durante il lockdown ha iniziato a utilizzare il prodotto per la prima volta, mentre un consumatore occasionale su 5 è diventato abituale, soprattutto giovani“, sottolinea l’Iss.
“Gli utilizzatori (occasionali + abituali) di prodotti a tabacco riscaldato prima del lockdown erano il 4,1% degli italiani (18-74 anni), ovvero circa 1.787.600 persone.
Durante il lockdown, tale percentuale è salita al 4,4%, con un incremento degli utilizzatori di sigaretta elettronica pari a circa 130.800 persone. Tra gli utilizzatori di prodotti a tabacco riscaldato che hanno peggiorato la loro condizione di consumatori durante il lockdown, il 45,0% ha iniziato ad utilizzarli, il 23,1% era un consumatore occasionale ed è diventato abituale (tutti i giorni), il 18,6% la utilizzava raramente (1-2 volte nella vita) ed è diventato un consumatore abituale, il 13,4% ha ricominciato ad utilizzarli durante del lockdown.
Coloro che hanno dichiarato di aver aumentato l’uso di prodotti a tabacco riscaldato durante il lockdown sono soprattutto i giovani (18-34 anni) e gli adulti (35-54 anni), coloro che hanno un livello di istruzione alto, coloro che vivono con bambini (0-14), che utilizzano occasionalmente o regolarmente la sigaretta elettronica”.
Infine, “la percentuale di chi utilizza i prodotti del tabacco e la sigaretta elettronica è significativamente piu’ elevata tra coloro che hanno dichiarato di avere un consumo di alcol ‘a rischio’, di consumare cannabis o di praticare il gambling (gioco d’azzardo)”.
Vedi: Gli italiani hanno fumato di più durante il lockdown?
Fonte: cronaca agi