AGI – “La scelta di queste elezioni è se l’America rimane America” o “se vogliamo vivere in un Paese che si trasforma in qualcosa di completamente diverso”: è l’avvertimento lanciato dal vicepresidente Mike Pence, nel suo discorso alla convention repubblicana di Charlotte in cui ha detto di accettare “umilmente” la nomination per altri quattro anni da numero due e ha tracciato un bilancio di questo primo mandato.
La linea d’ordine
Nelle ore in cui il Paese assiste alle proteste anti-razziste riesplose in Wisconsin per il ferimento di Jacob Blake, il numero due ha riaffermato la linea di ordine della sua Amministrazione: “La violenza si deve fermare, noi siamo per le proteste pacifiche ma saccheggi e violenze non lo sono e i responsabili devono essere perseguiti”. “Non toglieremo mai i fondi alla polizia, nè ora nè mai”, ha promesso.
“Il popolo americano sa che non dobbiamo scegliere tra sostenere le forze dell’ordine ed essere al fianco dei vicini afroamericani per migliorare la qualità della vita nelle nostre città e paesi”, ha insistito Pence, “dal primo giorno della nostra amministrazione abbiamo fatto entrambe le cose e continueremo a farle per i prossimi quattro anni alla Casa Bianca”, ha aggiunto.
Pence ha parlato da Fort McHenry, la fortezza di Baltimora da dove gli americani difesero nel 1814 il porto nella guerra contro gli inglesi, ispirando il poeta Francis Scott Key a scrivere ‘The Star-Spangled Banner’, diventata poi l’inno nazionale americano. Al suo fianco c’era Trump, arrivato da Washington per essere vicino al suo numero due e salito al termine sul palco per l’esecuzione dell’inno.
La difesa di Trump
“Gli americani vedono il presidente Trump in molti modi diversi, ma non c’è dubbio su come lui vede l’America: la vede per quello che è”, ha detto il 61enne numero due, la vede come “la nazione che ha fatto più bene a questo mondo di qualsiasi altra, che merita molta più gratitudine che rimproveri: e se volete un presidente che resta in silenzio quando la nostra eredità è umiliata o insultata, allora non è il vostro uomo”.
“Per gli ultimi quattro anni”, ha detto Pence, “ho visto questo presidente subire attacchi incessanti e alzarsi ogni giorno e combattere per mantenere le promesse fatte al popolo americano”. Ripetute le bacchettate a Joe Biden, definito “il cavallo di Troia della sinistra radicale”, e alla visione sposata dal candidato dem alla convention rivale: “Ha evocato una stagione di tenebre, ma dove lui vede tenebre americane noi vediamo la grandezza americana”. Sul fronte della lotta al coronavirus, il numero due della Casa Bianca ha assicurato che “entro la fine dell’anno” l’America avrà il primo vaccino efficace.
Tutte le donne del Presidente
Nella terza serata, dedicata alla terra degli eroi, è intervenuta anche la ‘Second Lady’, Karen Pence, che ha raccontato come sia stata “ispirata” dalla forza e dalle tante iniziative delle spose di soldati Usa che si è trovata a incontrare in questi anni.
Kellyanne Conway, la più stretta consigliera di Trump che ha appena annunciato le sue dimissioni, si è rivolta alla convention repubblicana di Charlotte per rimarcare come il presidente abbia sempre nominato molte donne nelle posizioni di vertice. “Una donna in una posizione di leader è ancora una novità”, ha osservato la 53enne, “non così per il presidente Trump: per decenni ha elevato donne a posizioni apicali nelle aziende e nel governo. Si confida e ci consulta, rispetta le nostre opinioni e insiste che dobbiamo essere sullo stesso piano degli uomini”.
Lara Trump, moglie del terzogenito del presidente americano, Eric Trump, ha avvertito che solo suo suocero “può garantire l’ordine e la legge, i democratici invece vogliono togliere i fondi alla polizia e rendere insicure le nostre città e far vivere i nostri bambini nel pericolo”.
Vedi: "Gli americani devono scegliere se vogliono che gli Usa restino gli Usa"
Fonte: estero agi