“Oggi ci lascia “, il Maestro assoluto, il ‘sempre giovane’ perché il solo a incarnare la suprema raccomandazione di Barrault di ‘conservare sempre nei confronti del Teatro una sorta di verginità permanente’. Glauco, il grande sciamano del Teatro sacro, e insieme di quello Rozzo e di quello Popolare, secondo le definizioni di Brook, il nostro Chaplin, come diceva Strehler, più grande di Chaplin perché, oltre a incarnare la sua propria poetica e a dirigere sé stesso, ha saputo mettersi al servizio dei grandi autori e dei grandi registi per dare vita con umiltà ai loro personaggi, ha saputo cambiare costantemente, restando sempre profondamente coerente con il fuoco originario del Teatro, nella imprevedibilità dello stupore che ha suscitato qualunque fosse il suo essere in scena”. Così lo ricorda Marco Giorgetti, direttore generale Teatro della Toscana. La Pergola “è piena della sua leggenda, che si è realizzata in tempi più o meno vicini, più o meno lontani, non importa, in un tempo che non è più tempo, da quel suo primo Portinaio del “Macbeth” di solo 70 anni fa”. Perché il Teatro è con Glauco “essere in un costante eterno presente”, e “chi di noi ha imparato da lui il sogno del Teatro che diventa Poesia, trasmesso dal suo Maestro Costa, non potrà mai perderlo. Per questo il premio della Medaglia degli Immobili, riconoscimento del suo essere parte della Pergola per averla fatta e conformata, gli fu consegnato non dal Direttore ma dal più giovane degli allievi della Scuola. Resta immortale il ricordo di quel momento di due ragazzi emozionati e entusiasti”. (AGI)
MRG