Con la nuova riforma della giustizia “finisce il ‘Bronx’ delle intercettazioni, le intercettazioni che solleticano e non informano”. Lo ha detto all’AGI il viceministro alla Giustizia, Francesco Paolo Sisto, a Bitonto (Ba), a margine dell’incontro ‘Il Diritto in piazza’.
“La cosa più interessante per la riservatezza dei cittadini è l’intervento sulle intercettazioni da pubblicare – ha continuato -. Sarà soltanto il giudice a decidere quali interrogazioni saranno pubblicabili, perché soltanto quelle contenute nel suo provvedimento, quelle pertinenti al reato, potranno essere oggetto di informazioni”. “L’abuso di ufficio speriamo di poterlo mandare a casa nell’interesse dei cittadini che hanno diritto a un rapporto di maggiore fluidità con la pubblica amministrazione per eliminare la paura di sindaci e dirigenti di firmare l’atto lecito per il timore di essere indagati. E poi traffico d’influenza lo ‘asciughiamo’ notevolmente per preservare la buona politica dal sospetto di non esserlo, interveniamo sull’informazione di garanzia che torna a essere di garanzia, a tutela del diritto di difesa, col divieto di pubblicazione delle informazioni di garanzia a pena di incorrere in un reato quale 684 del codice penale: quindi i giornalisti più attenti a non dare notizie riservate”. Lo ha detto all’AGI il viceministro alla Giustizia, Francesco Paolo Sisto, a Bitonto (Ba), a margine dell’incontro “Il Diritto in piazza”.
Poi si interviene sulla custodia cautelare: “laddove il pm chiede il carcere, dovrà essere un collegio a decidere”, ha aggiunto il viceministro. Se “non c’è rischio di inquinamento probatorio, né pericolo di fuga, il giudice dovrà prima interrogare l’indagato e poi potrà eventualmente emettere la misura”. Sisto ha parlato delle intercettazioni per reati mafiosi, spiegando che contro la mafia sarà “lotta dura, durissima, senza sconti. Forza Italia in questo è sempre stato in prima linea, ma anche il governo è ovviamente in prima linea”, ha detto all’AGI il viceministro alla Giustizia. “In questo ultimo decreto, il 105, si estende il regime speciale delle intercettazioni per mafia non soltanto ai reati associativi – ha aggiunto – ma anche ai reati ordinari aggravati dall’aver agevolato l’associazione o di aver utilizzato i mezzi di intimidazione della stessa associazione”. (AGI)
BA2/CAU
“La cosa più interessante per la riservatezza dei cittadini è l’intervento sulle intercettazioni da pubblicare – ha continuato -. Sarà soltanto il giudice a decidere quali interrogazioni saranno pubblicabili, perché soltanto quelle contenute nel suo provvedimento, quelle pertinenti al reato, potranno essere oggetto di informazioni”. “L’abuso di ufficio speriamo di poterlo mandare a casa nell’interesse dei cittadini che hanno diritto a un rapporto di maggiore fluidità con la pubblica amministrazione per eliminare la paura di sindaci e dirigenti di firmare l’atto lecito per il timore di essere indagati. E poi traffico d’influenza lo ‘asciughiamo’ notevolmente per preservare la buona politica dal sospetto di non esserlo, interveniamo sull’informazione di garanzia che torna a essere di garanzia, a tutela del diritto di difesa, col divieto di pubblicazione delle informazioni di garanzia a pena di incorrere in un reato quale 684 del codice penale: quindi i giornalisti più attenti a non dare notizie riservate”. Lo ha detto all’AGI il viceministro alla Giustizia, Francesco Paolo Sisto, a Bitonto (Ba), a margine dell’incontro “Il Diritto in piazza”.
Poi si interviene sulla custodia cautelare: “laddove il pm chiede il carcere, dovrà essere un collegio a decidere”, ha aggiunto il viceministro. Se “non c’è rischio di inquinamento probatorio, né pericolo di fuga, il giudice dovrà prima interrogare l’indagato e poi potrà eventualmente emettere la misura”. Sisto ha parlato delle intercettazioni per reati mafiosi, spiegando che contro la mafia sarà “lotta dura, durissima, senza sconti. Forza Italia in questo è sempre stato in prima linea, ma anche il governo è ovviamente in prima linea”, ha detto all’AGI il viceministro alla Giustizia. “In questo ultimo decreto, il 105, si estende il regime speciale delle intercettazioni per mafia non soltanto ai reati associativi – ha aggiunto – ma anche ai reati ordinari aggravati dall’aver agevolato l’associazione o di aver utilizzato i mezzi di intimidazione della stessa associazione”. (AGI)
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