Giustizia: da intercettazioni a incendi, cosa prevede il decreto


Il Consiglio dei ministri riunito prima della pausa estiva ha approvato il decreto giustizia voluto dal ministro Carlo Nordio e che prevede in tutto 6 articoli che prevedono sia alcune misure sulle intercettazioni che l’inasprimento delle sanzioni per i roghi appiccati dai ‘piromani’.
Nel dettaglio, il decreto prevede l’estensione dell’utilizzo delle intercettazioni anche ambientali per una serie di ipotesi di reato di criminalità grave come quelli “come quelli aggravati dal “metodo mafioso”, con finalità di terrorismo, reati di attività organizzata per il traffico illecito di rifiuti e sequestro di persona a scopo di estorsione”.
La norma, in particolare, giunge a segiuito del dibattito che si era aperto per una pronuncia della Cassazione dello scorso settembre relativa a delitti di criminalità organizzata: le toghe antimafia avevano espresso preoccupazioni su eventuali rischi per inchieste e procedimenti.
L’articolo due del decreto giustizia prevede, inoltre, la creazione di “archivi digitali inter-distrettuali per la conservazione delle intercettazioni registrate”, mentre “i luoghi di ascolto restano presso le singole Procure”. Questo per  risolvere la criticità (sollevate anche dal Procuratore nazionale antimafia e da numerosi Procuratori) su gestione, capienza e sicurezza degli archivi attualmente presenti presso ogni Procura.

Le intercettazione sono di pertinenza solo del singolo ufficio del pubblico ministero, ma si introduce l’istituzione di nuove infrastrutture digitali, “per assicurare nuovi, più elevati e più uniformi livelli di sicurezza, ma anche più efficienza e più economicità”.
Sarà il ministro della Giustizia ad occuparsi dell’istituzione delle nuove infrastrutture, con l’archivio digitale e compito del ministero sarà, inoltre, l’allestimento e la manutenzione delle infrastrutture: i dati restano coperti dal segreto investigativo, nessuno, impegnato nell’allestimento o manutenzione, potrà in alcun modo avere accesso ai dati che non saranno in chiaro.
Il decreto giustizia approvato dal cdm prevede, inoltre, sanzioni più severe contro gli incendi boschivi.
“Si innalza la pena edittale minima prevista per l’ipotesi di incendio doloso: da quattro anni a sei anni di reclusione;
per l’ipotesi di incendio colposo, da uno a due anni di reclusione – prevede la nuova sanzione – si aggiunge a quella già esistente (se dall’incendio sia derivato un “danno grave, esteso e persistente all’ambiente”), un’ulteriore circostanza aggravante: si prevede un aumento di pena da un terzo alla metà se il fatto è stato commesso “con abuso dei poteri o con violazione dei doveri inerenti allo svolgimento di servizi nell’ambito della prevenzione e della lotta attiva contro gli incendi boschivi o al fine di trarne profitto per sé o per altri”. Novità anche per i tribunali per i minorenni dove il decreto prevede “che il giudice relatore possa delegare ai giudici onorari minorili specifici adempimenti, compresi l’audizione delle parti e l’ascolto del minore, ma secondo le modalità e sulle circostanze da lui puntualmente indicate e motivate. Quel giudice onorario farà poi parte del collegio che dovrà decidere sui procedimenti”.
Per quanto riguarda la formazione dei magistrati ordinari candidati a posti direttivi o semi-direttivi  il testo approvato prevede che “per accelerare le procedure di designazione, può essere esonerato dal corso di formazione della Scuola superiore della magistratura, specifico sulle attitudini organizzative, chi aspira ad incarichi direttivi e semidirettivi se abbia già esercitato quelle funzioni o abbia già ottenuto dal CSM una valutazione positiva dopo il primo quadriennio o abbia partecipato, in passato, a corsi di formazione specifici”.
Il decreto consente, inoltre, “il conferimento degli incarichi superiori nell’ambito della esecuzione penale esterna e degli istituti penali minorili ai dirigenti penitenziari del ruolo di istituto penitenziario in possesso dell’anzianità necessaria”.
“L’urgenza delle disposizioni risiede nella improrogabile necessità di coprire posizioni dirigenziali di grande rilievo, come quelle degli uffici inter-distrettuali di esecuzione penale esterna e degli istituti penali minorili di maggiore complessità – si legge –  che altrimenti, sulla base del personale ad oggi in servizio, non potrebbero essere coperte; al contempo, è urgente e necessario consentire l’immissione in servizio di tutti i vincitori delle procedure concorsuali in via di definizione”. (AGI)
TPA