Giulia: catturato Filippo. “Ora un cambio di passo”


C’è solo un modo per dare un senso alla morte di Giulia, la 22enne di Vigonovo, nel Veneziano, uccisa dall’ex fidanzato Filippo Turetta: lo spiega il papà Gino Cecchettin rompendo un silenzio durato 48 ore, quando a stretto giro si è passati dagli appelli a Filippo al rinvenimento del corpo senza vita della giovane, fino all’arresto in Germania dell’ex fidanzato. “Da questa vicenda deve nascere qualcosa. Noi come famiglia ci impegneremo attivamente affinché questo non succeda più. Noi faremo qualcosa”, ha spiegato parlando ai giornalisti.
“L’amore vero non uccide”, ha sintetizzato il padre mostrando coraggio e lucidità.
Oggi è stato il giorno dell’arresto di Filippo Turetta, fermato in Germania mentre sostava in auto sulla corsia d’emergenza dell’autostrada A9 nella Sassonia-Anhalt, con l’auto senza benzina, quasi in attesa di essere trovato dalle forze dell’ordine. In serata, dopo la convalida dell’arresto davanti al giudice di Halle an der Saale, la traduzione in carcere in attesa dell’estradizione che potrebbe richiedere alcuni giorni. “Siamo sotto choc per quello che ha combinato nostro figlio, è inconcepibile”, ha commentato il papà, Nicola Turetta, “diceva ‘senza Giulia non posso più vivere’, ma gli dicevo hai 20 anni ne troverai un’altra”, poi è arrivato “quel maledetto sabato”.
“Dobbiamo per forza di cose metterci a fare un esame di coscienza tutti noi”, ha commentato ha Stefano Tigani, l’avvocato della famiglia di Giulia Cecchettin, “a livello legislativo, a livello educazionale, tutto quello che vogliamo, che questa vicenda è l’emblema del fatto che qualcosa non funziona”.
Ulteriori elementi emergeranno solo con gli interrogatori di Filippo ma di certo Giulia era già morta quando è stata lanciata nel burrone della Val Caltea, a Barcis. A non lasciarle scampo sarebbero state le coltellate alla testa e al collo infertele nella zona industriale di Fossò, nel Veneziano, a pochi chilometri di distanza dall’abitazione della giovane.
Un omicidio che ha sconvolto un’intera nazione, compiuto da un 22enne come tanti, pieno di sogni e speranze come solo a quell’età lo si può essere. Un drammatico episodio di cronaca che non ha lasciato indifferente il mondo della politica.
“Nulla di tutto quello che è stato messo in campo per fermare la violenza contro le donne “sarà utile se non saremo in grado di affermare la grande verità che in questo momento straziante ha ricordato il papà della giovane Giulia Cecchettin”, ha avvertito la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.
Intanto è stato approvato all’unanimità dalla Camera, e mercoledì prossimo sarà in aula al Senato, il disegno di legge per il rafforzamento delle misure di tutela delle donne in pericolo. “Abbiamo aumentato considerevolmente i fondi per il piano anti-violenza e per la tutela delle donne in uscita da situazioni di violenza”, ha proseguito la premier, “è già pronta una campagna di sensibilizzazione nelle scuole con i ministri delle Pari Opportunità e della Famiglia, della Cultura e dell’Istruzione così come la campagna di diffusione del numero verde anti-violenza 1522, anche attraverso il coinvolgimento del mondo dello sport”.
Un modo per non rendere vana la morte di Giulia, ora dottoressa grazie all’intervento del ministro Bernini: “Ho parlato con la rettrice, Giulia avrà la sua laurea” in ingegneria biomedica. (AGI)