Tutto è pronto a Rebibbia Nuovo Complesso dove il 26 dicembre Papa Francesco, dopo aver aperto la Porta Santa a San Pietro, aprirà la seconda Porta Santa del Giubileo 2025 nel carcere romano.
Il Pontefice arriverà nel penitenziario la mattina del 26 dicembre pochi minuti prima delle 9. Ad attenderlo, le note dell’Inno del Giubileo 2025 suonate dalla banda del Corpo di Polizia penitenziaria, diretta dal Maestro Fausto Remini. Poi, il Papa salirà fino alla porta della chiesa del Padre Nostro dove si svolgerà il rito di apertura della Porta Santa, la ‘Porta della Speranza’. All’interno della chiesa, Papa Francesco sarà accolto da una persona detenuta e da un agente della Polizia penitenziaria che lo accompagneranno fino all’altare.
Tra le 300 persone presenti in chiesa – spiega ‘Gnewsonline’, il notiziario web del ministero della Giustizia – saranno un centinaio, fra uomini e donne, i detenuti provenienti dai quattro istituti penitenziari di Rebibbia: una buona parte siederà davanti al Pontefice, altri faranno parte del coro, altri ancora parteciperanno ad alcune delle fasi. Molte le presenze istituzionali previste in chiesa nelle file laterali: fra queste, il ministro della Giustizia Carlo Nordio, il presidente del Consiglio regionale del Lazio Antonello Aurigemma e il sindaco di Roma Roberto Gualtieri.
All’esterno della chiesa, altre 300 persone – fra operatori penitenziari, volontari e familiari – potranno assistere alla messa su un maxischermo appositamente allestito.
Al termine, Francesco riceverà alcuni doni dai detenuti: dagli uomini del Nuovo Complesso, la riproduzione in miniatura della porta della chiesa del Padre Nostro, creata all’interno del laboratorio ‘Metamorfosi’ utilizzando i legni dei barconi dei migranti, mentre dalle donne di Rebibbia femminile, un cesto contenente olio, biscotti, ceramiche e bavaglini, frutto del loro lavoro. L’Amministrazione penitenziaria omaggerà il Santo Padre con un dipinto raffigurante un Cristo salvifico, realizzato dall’artista Elio Lucente, ex poliziotto penitenziario.
Vicino alle mura della chiesa, infine, sarà inaugurata l’opera, firmata dall’artista Marinella Senatore, dal titolo ‘Io contengo moltitudini’: un progetto di arte contemporanea – in continuità con il Padiglione della Santa Sede allestito nel carcere femminile di Venezia in occasione della Biennale – composto da una struttura ad albero, alta circa 6 metri, con luminarie in forma di strisce che riportano frasi di detenute, detenuti e personale penitenziario, scritte in varie lingue, anche in dialetto. (AGI)