L’iniziativa, promossa dalla Federazione Nazionale della stampa italiana (Fnsi), si è tenuta oggi a Roma con l’obiettivo di sostenere l’adozione da parte del Governo e del Parlamento del Freedom of Information Act (Foia) nella legge sull’Agenda digitale che si varerà a giorni. Con questo interventoogni atto della pubblica amministrazione potrà essere conosciuto dalla comunità dei cittadini e gli organi di stampa avranno accesso ad una serie di informazioni che consentiranno di dare una visione più veritiera dei fatti.
“L’Italia”, come precisa la storica Elena Aga Rossi, presente tra i relatori, “è in forte ritardo su tale aspetto normativo rispetto a quanto previsto da specifiche norme europee e già attuato in più di 80 Paesi democratici in tutto il mondo”. Il bisogno di trasparenza negli atti pubblici della società italiana si fa sempre più forte, soprattutto sotto la spinta di casi eclatanti di corruzione e spreco di risorse pubbliche. Tali episodi non fanno altro che allargare lo spazio che separa i cittadini dagli organi pubblici che li rappresentano e, parallelamente, abbassa il grado di fiducia nelle istituzioni.
“Ne consegue”, spiega nel suo intervento Valerio Onida, Presidente della Corte Costituzionale, “che rendere la pubblica amministrazione realmente più trasparente gioverebbe anche ad un miglioramento delle sue funzioni verso i cittadini”. L’opinione attualmente diffusa è infatti quella che la pubblica amministrazione sia in un certo senso “gelosa dei dati in suo possesso”. Tale “gelosia” finisce per essere percepita come bisogno di nascondere fatti che potrebbero rivelarsi compromettenti. Il risultato è duplice e colpisce da un lato i cittadini stessi, che sentono di dover subire passivamente quanto avviene nei palazzi della politica senza poter partecipare alla vita del Paese, dall’altro gli organi di stampa, che devono accontentarsi di trasmettere notizie che risultano sempre parziali.
Di conseguenza l’introduzione del Foia non è qualcosa che riguarda solo ed esclusivamente chi fa informazione sui media ma la stessa società civile che deve rivendicare il suo diritto ad un’informazione corretta e completa. In attesa che il Foia venga approvato, o per lo meno preso in considerazione dal Governo, le proposte d’inverto immediato affinchè le cose cambino sono molte. Al di là della modifica di alcuni articoli della legge 241/90 (legge sul diritto d’accesso ai dati) grazie alla quale si potrà realmente garantire la trasparenza, Pietro Ichino (senatore del Pd) spiega che già da ora si potrebbero valorizzare le norme e gli istituti esistenti a tutela dell’accessibilità degli atti della pubblica amministrazione, dando pubblicità ai finanziamenti dei partiti o consentendo l’accesso ai documenti delle riunioni di molte giunte comunali. Il Foia potrebbe cambiare il modo di produrre informazione e migliorare le relazioni tra P.A. e cittadini, sviluppando dinamiche di partecipazione e controllo e migliorando la consapevolezza dell’opinione pubblica.
Fonte: helpconsumatori.it