Sotto il cielo appena velato di una giornata tiepida di gennaio, in 30 mila hanno dato l’ultimo saluto a Cagliari al più grande attaccante italiano di sempre, Gigi Riva, l’uomo arrivato da Leggiuno, sulla sponda lombarda del lago Maggiore, che aveva scelto di vivere in Sardegna, incarnandone lo spirito e facendosi amare e rimpiangere. Per i funerali di ‘Rombo di tuono’, morto lunedì sera all’improvviso in ospedale a 79 anni, il popolo rossoblu, e non solo, ha cominciato ad affollare il sagrato della basilica di Bonaria e piazzale dei Centomila, davanti al mare che Riva amava tanto, già due ore prima dell’inizio della messa.
L’ingresso della chiesa in stile neoclassico era ornato da corone di fiori, alcune a forma di cuore, coi colori della squadra cui Riva regalò l’unico scudetto nel 1970. Accanto a Giovanni Parmigiani, sindaco di Leggiuno, una folta delegazione di primi cittadini sardi in fascia tricolore. Dopo le 15 il feretro di Gigi Riva è arrivato davanti alla chiesa, accolto dagli applausi e dallo sventolio di sciarpe.
Scortata dai familiari e dagli amici di una vita, in testa i due figli, Nicola e Mauro, la bara ha percorso la navata centrale. Ad attenderla i gonfaloni della Regione Sardegna e delle città di Cagliari e Leggiuno, ci si sono aggiunti gli stendardi della Figc e del Cagliari Calcio. Sul feretro, sotto un tappeto di rose rosse, sono state apposte due maglie numero 11, una della nazionale azzurra, l’altra del Cagliari Calcio. Attorno alla bara sedevano i compagni di squadra, alcuni degli indimenticati protagonisti dello scudetto rossoblu del 1970, Ricciotti Greatti, Adriano Reginato, Pierluigi Cera e Giuseppe Tomasini. Di fronte a loro la famiglia Riva. Nei primi banchi hanno trovato posto il presidente del Cagliari Calcio, Tommaso Giulini, il ministro dello Sport, Andrea Abodi, il presidente del Coni, Giovanni Malagò, il sindaco di Cagliari, Paolo Truzzu, il presidente della Regione Sardegna, Christian Solinas, il presidente della Figc, Gabriele Gravina, il presidente del Consiglio regionale, Michele Pais.
Presenti anche il Ct della nazionale azzurra, Luciano Spalletti, il capo delegazione Gigi Buffon, Fabio Cannavaro, Giancarlo Abete, Gianfranco Zola e l’allenatore del Cagliari, Claudio Ranieri. Cannavaro, Zola, Buffon, assieme a Simone Perrotta e Angelo Peruzzi, alcuni dei campioni del mondo del 2006 di cui Riva fu capo delegazione, sono stati poi tra coloro che hanno portato fuori la bara a spalla al termine della messa. “In questi giorni abbiamo ricordato i meriti dello sportivo e ammirato la grandezza dell’uomo, la sua generosità e riservatezza”, l’ha ricordato nella sua omelia l’arcivescovo di Cagliari, Giuseppe Baturi, “un uomo che si lasciava leggere con schiettezza”. “Ha trovato in questo popolo una dimora bella, sempre piena di calore, del rispetto e di cui ha voluto condividere la bellezza del cammino, le strade e l’odore del mare. Riva si è sentito parte di questo popolo che l’ha accolto come figlio prediletto e che l’ha amato devotamente, pieno di gratitudine”.
“Corri di nuovo caro Gigi, corri, alza le braccia verso il cielo e guarda in alto”, ha aggiunto Baturi. “Vivi nella pace”.
“Non volevo intervenire ma tenevo troppo a ringraziare tutti, chi ci è stato vicino e tutti coloro che sono qui oggi”, ha detto il figlio di Gigi Riva, Nicola, prendendo la parola a sorpresa al termine della messa. Poi ha raccontato che i tifosi in fila gli ripetevano “‘È stato un grande uomo’, non un grande calciatore”. “Mi veniva di fare io le condoglianze a loro. Perché è andato via non solo un padre per noi ma una persona che era come un familiare di tanti sardi che gli volevano bene”, ha osservato. “Spero con tutto il cuore che papà possa rivedere la sua mamma in cielo, era la persona che lui ha amato di più nella vita, se n’è andato come voleva lui, perché lui non lo convinceva nessuno”, ha aggiunto il figlio con riferimento alla decisione di non sottoporsi a un intervento al cuore che gli era stato prospettato dai medici dell’ospedale Brotzu di Cagliari poco dopo il ricovero. “È stato hombre vertical fino alla fine. Anche l’altro giorno ha deciso lui cosa voleva fare. Grazie a tutti”.
Il feretro ha poi lasciato la chiesa sulle note di ‘Quando Gigi Riva tornerà’ di Piero Marras, tra gli applausi delle migliaia di persone che hanno seguito i funerali dai maxischermi fuori dalla basilica. La tumulazione è poi avvenuta in forma privata nel vicino cimitero di Bonaria.
Nella luce calda del tramonto sul mare e sul sagrato della basilica i tifosi hanno intonato cori in onore di Riva, mentre i campioni del 2006 portavano la bara a spalla fuori dalla chiesa, nell’ultimo abbraccio della città e della Sardegna alla leggenda del calcio e soprattutto all’uomo. Una folla sterminata in rossoblu, commossa e partecipe, una selva di telefonini per immortalare il giorno dell’addio al sardo d’adozione più amato. (AGI)
ROB