Giappone: parte la sfida elettorale, molte incognite per Ishiba


È iniziata in Giappone la campagna elettorale per le elezioni del 27 ottobre, in cui il nuovo Primo Ministro Shigeru Ishiba cercherà di mantenere la maggioranza del suo partito, al potere da tempo immemore.
I camion con gli altoparlanti hanno iniziato a circolare e i candidati hanno cominciato la distribuzione di volantini in una campagna ancora molto old-style, ma le questioni che turbano i sonni degli elettori sono molto attuali: aumento dei prezzi, sicurezza regionale e inquietudine per gli scandali nel Partito Liberal Democratico di Ishiba.
La bassa affluenza alle urne e un’opposizione divisa significano che il partito e il suo partner di coalizione hanno alte probabilità di vincere. Un sondaggio di Kyodo News del fine settimana vede il Partito Liberal Democratico saldamente il più popolare con il 26,4%, contro il 12,4% che intende votare per il Partito Democratico Costituzionale del Giappone (CDP), il principale partito di opposizione.
Il 67enne Ishiba, ex ministro della difesa che ama definirsi un “nerd” della politica di sicurezza, ha vinto le elezioni per la leadership del partito al governo a settembre ed è stato nominato premier poco dopo. Ha indetto elezioni anticipate per rafforzare il suo mandato per politiche che includono piani per “ricreare” il Giappone rivitalizzando le aree rurali spopolate.
Sul fronte diplomatico, Ishiba ha chiesto di rivedere il trattato di sicurezza tra Giappone e Stati Uniti perché meglio rifletta la sovranità di Tokyo.
Sostiene anche la creazione di un’alleanza militare regionale sulla falsariga della Nato per contrastare la Cina, per quanto sia consapevole che non è un risultato raggiungible “dall’oggi al domani”. Per la sopravvivenza del suo esecutivo, il LDP e il suo partner minore Komeito dovrebbero mantenere una maggioranza semplice nella camera bassa del parlamento.
Ma il LDP dovrà convincere gli elettori a mettere da parte lo scandalo sui fondi neri che ha travolto il partito, insieme alle domande sui rapporti tra i suoi deputati e la Chiesa dell’Unificazione, un gruppo religioso diffuso soprattutto negli Stati Uniti e in Asia orientale, che comta milioni di membri e che da molti è considerato piuttosto simile a una setta. La Chiesa dell’unificazione è nota per la figura carismatica del suo fondatore, il reverendo Sun Myung Moon, morto nel 2012, e per l’impero economico che i suoi adepti hanno costruito in tutto il mondo.
Ishiba si è impegnato a “garantire che l’economia giapponese esca dalla deflazione” e vuole aumentare i redditi attraverso un nuovo pacchetto di stimoli e il sostegno alle famiglie a basso reddito.
Un’altra questione spinosa è se consentire alle donne di mantenere i loro cognomi da nubili dopo il matrimonio, una questione su cui i partiti di opposizione sperano di ottenere il sostegno dei liberali.
Il ministero della giustizia afferma che, a sua conoscenza, il Giappone è l’unica nazione che richiede alle coppie sposate di scegliere uno dei loro cognomi, quasi sempre quello del marito. Mentre il CDP sostiene di consentire alle coppie sposate di mantenere cognomi separati, il conservatore LDP è stato più cauto, citando “i valori tradizionali della famiglia”. (AGI)