Giappone: il rebus di Ishida, premier senza maggioranza


Shigeru Ishiba, primo ministro giapponese, aspira a essere rieletto durante la seduta straordinaria che il Parlamento terrà domani. Nonostante la coalizione di governo abbia perso la maggioranza dopo le ultime elezioni, il partito conservatore Liberal Democratico (LDP) di Ishiba è stato la forza più votata. Venuta meno la larga maggioranza che l’LDP deteneva nella Camera bassa insieme all’alleato partito buddista Komeito.
Impantanato in una profonda crisi di leadership e punito da una serie di scandali – il più recente sui finanziamenti irregolari – così come dal malcontento della popolazione per l’aumento dei prezzi, il PLD ha registrato i suoi peggiori risultati elettorali dal 2009, quando fu costretto all’opposizione.
Nonostante questi scarsi risultati elettorali, il PLD e il Komeito aspirano a rimanere al potere con un governo di minoranza, poiché non sono riusciti ad aggiungere nuovi partner all’alleanza, e l’opposizione non è stata in grado di formare un fronte unito che raggiunga una maggioranza parlamentare.
La seconda forza più votata, il Partito progressista democratico costituzionale del Giappone (PDC) dell’ex primo ministro Yoshihiko Noda, non è riuscita a trovare alleati tra le altre forze di un’opposizione frammentata e in cui i maggiori progressi in termini di rappresentanza sono stati ottenuti dalle formazioni conservatrici. Tra questi spicca il Partito Democratico Popolare (PDP) che è diventato fondamentale per la formazione del governo quadruplicando i suoi voti rispetto alla legislatura precedente e diventando il quarto partito con più voti parlamentari.
Tuttavia questa forza di centrodestra ha più volte affermato che non sosterrà Ishiba, ma il proprio leader, Yuichiro Tamaki.
In questo scenario, il risultato più probabile sarebbe un voto a due turni in cui Ishiba finirebbe per prevalere su Noda e Tamaki grazie al fatto che la coalizione di governo ha più seggi (221, compresi i candidati indipendenti) pur non raggiungendo la maggioranza di 233. Ishiba guiderebbe così un nuovo governo di minoranza in cui dovrà cercare di volta in volta alleati per portare avanti ogni iniziativa legislativa.
Nonostante il rifiuto di sostenere Ishiba, il PDP di Tamaki è il più adatto a questo ruolo per la sua vicinanza ideologica al PLD, ed entrambe le forze hanno già avviato trattative affinché il prossimo esecutivo recepisca le proposte del partito di minoranza, ad esempio gli sconti fiscali per le famiglie a basso reddito. Ishiba, che ha ricoperto la carica di primo ministro dall’inizio del mese dopo aver vinto le primarie del partito convocate per la successione a Fumio Kishida, annuncerà la composizione del nuovo gabinetto una volta rieletto. (AGI)