AGI – Dopo Israele, che ha deciso di imporre un nuovo lockdown di tre settimane a partire dalla 14.00 di venerdì prossimo, tornano rigide misure di confinamento, a partire da oggi e per almeno due settimane per circa 10 milioni di abitanti di Giacarta. La capitale indonesiana ha registrato 54.000 casi di coronavirus dall’inizio della pandemia, quasi un quarto del totale nazionale delle infezioni accertate, e ha superato i 1.390 morti. Le autorità temono un collasso del sistema sanitario.
“Dobbiamo agire con misure più severe per controllare l’aumento dei casi di Covid-19 a Giacarta“, ha affermato il governatore, Anies Baswedan. La metropoli, che era in una fase di transizione verso la nuova normalità dopo un primo confinamento parziale terminato a giugno, vedrà la chiusura di scuole, aree ricreative, parchi e impianti sportivi, nonché la sospensione di seminari, conferenze e matrimoni, oltre a numerosi eventi sociali.
Le drastiche misure, che comprendono anche lo stop o la limitazione di attività economiche non essenziali, resteranno in vigore almeno fino al 28 settembre, ma potrebbero essere prorogate. Restano al momento escluse le province e le città che confinano con la megalopoli. Secondo quanto riferito dal governatore della capitale, molte delle fonti di contagio sono state individuate nei distretti che ospitano gli uffici.
I pazienti asintomatici o con sintomi lievi saranno trasferiti da oggi ai centri di quarantena governativi, invece di restare in isolamento nelle loro abitazioni, come prevedeva la norma fino ad ora. I luoghi di culto avranno una capacità ridotta al 50 per cento, ma quelli situati in aree ad alto rischio resteranno chiusi. Saranno permessi invece ai viaggi fuori città, anche se con alcune limitazioni. L’Indonesia, con 267 milioni di abitanti, quarto Paese più popoloso del mondo, ha registrato finora 218.000 casi accertati, che ne fanno il secondo Paese del Sudest asiatico più colpito dalla pandemia. Con 8.723 morti, l’Indonesia è anche la nazione con il più alto tasso di mortalità nella regione.
In Israele la decisione di imporre una chiusura di almeno tre settimane è stata approvata dal governo dopo una riunione durata più di sette ore in un clima di scontro che potrebbe avere anche ripercussioni sull’assetto della maggioranza. Le scuole resteranno chiuse per almeno 2 settimane, dopo le quali si valuterà una riapertura parziale. Sarà consentito allontanarsi non più di 500 metri dal domicilio. In un periodo di feste religiose, la capienza delle sinagoghe sarà ridotta e saranno consentiti almeno 20 fedeli nelle preghiere all’aperto. Resteranno aperti i supermercati ma non i centri commerciali e gli hotel. Limitazioni sono previste nelle attività lavorative sia pubbliche che private, mentre saranno consentiti gli assembramenti fino a 10 persone al chiuso e 20 all’aperto.
Vedi: Giacarta torna in lockdown, 10 milioni a casa per due settimane
Fonte: estero agi