AGI – Prima solo i gruppi, ora anche singoli visitatori potranno entrare in Israele seguendo un rigido protocollo sanitario. Dal 6 novembre via libera ai pernottamenti anche a Betlemme. Dopo i lunghi mesi di sostanziale chiusura dei flussi di pellegrini verso Gerusalemme e la Terrasanta riparte quasi a pieno regime, anche in vista del Natale, il flusso dei pellegrinaggi. Sono stati due anni durissimi, in cui è venuto a mancare anche il sostegno rappresentato per l’economia locale da questa forma di viaggio.
Ora si spera che il peggio sia alle spalle. I no vax – non pochi tra i cattolici tradizionalisti – dovranno comunque rinunciare al viaggio. L’essere vaccinati contro il Covid-19 è, infatti, un requisito essenziale (salvo eccezioni autorizzate, su esplicita richiesta, da un’apposita commissione) e le autorità israeliane, molto sensibili all’argomento, non sembrano disponibili al lassismo. Per intenderci: il viaggiatore non deve aver soggiornato (o transitato) nei 14 giorni precedenti all’ingresso in Israele in un Paese considerato zona rossa dal governo dello Stato ebraico.
La testata specialistica “Terrasanta” sottolinea che tutti i vaccini usati in Italia sono riconosciuti anche da Israele. Devono essere trascorsi almeno 14 giorni dall’inoculazione della seconda, o terza, dose (dalla prima, in caso di Johnson & Johnson). L’uscita da Israele deve avvenire entro sei mesi dall’ultima dose di vaccino. Tutti dovranno essere in possesso di green pass e sottoporsi a un tampone molecolare (Pcr) – con esito negativo – non piu’ di 72 ora prima di imbarcarsi sul volo per Israele. Dovranno anche compilare un apposito modulo online con i propri dati anagrafici ed altre informazioni.
Unica via d’accesso consentita è l’aeroporto internazionale Ben Gurion, di Tel Aviv. Nell’aerostazione i passeggeri saranno sottoposti a un altro tampone molecolare, a loro spese, e dovranno autoisolarsi in albergo, o nel loro primo alloggio, fino a quando non riceveranno l’esito negativo del test, che consentirà loro di circolare liberamente per il Paese. Lo straniero non positivo al Covid-19 che non rispetti l’isolamento imposto dalle norme israeliane verrà bandito dal Paese per 3 anni. Chi presentasse documentazione falsificata sarà bandito per 5 anni.
Chi dovesse risultare positivo durante il soggiorno verrà isolato in un Covid-hotel e le spese saranno a carico della sua assicurazione. Il custode di Terra Santa, fra Francesco Patton, ha accolto con soddisfazione la riapertura: “un luogo che, piu’ di ogni altro, esorta a superare la paura è il Santo Sepolcro”, ha dichiarato ad Asianews. Sorridono commercianti e piccoli imprenditori a Gerusalemme, come a Betlemme in Palestina. Nella maggior parte dei casi si tratta di palestinesi, appartenenti alla minoranza cristiana come musulmani, che hanno pagato direttamente il prezzo delle chiusure decise in passato.
Negli ultimi mesi, precisa il Custode di Terra Santa, “abbiamo registrato un piccolo volume di turismo interno”, ma quello che cambia adesso è la possibilità “non solo per i gruppi, ma anche per singoli individui di entrare con visto turistico. “La speranza – sottolinea – è che a novembre si possa assistere a una graduale ripresa”, da consolidare a dicembre con “l’ingresso di un numero maggiore di pellegrini”.
Source: agi