Georgia: proteste per “legge russa”, fermi e barricate a Tbilisi


Aumenta la tensione in Georgia sullo sfondo dell’iter parlamentare che dovrebbe portare all’approvazione della controversa legge sulle “interferenze straniere”, ispirata a una simile misura che in Russia da anni è usata per reprimere il dissenso. Migliaia di persone protestano anche questa mattina davanti alla sede del Parlamento a Tbilisi, nonostante i tentativi ieri sera della polizia di disperderli utilizzando idranti, gas lacrimogeni e granate stordenti. Secondo i media locali, nella zona i manifestanti hanno eretto barricate.
Nella ennesima protesta contro la legge che allontanerebbe la Georgia anche dal suo percorso di integrazione europea, ieri sera la polizia ha effettuato 63 fermi, tra cui risulta anche Levan Khabeishvili, leader del partito di opposizione Movimento nazionale unito (Unm). Il politico, al momento ricoverato in ospedale dove ha subito un intervento, ha denunciato di essere stato picchiato dagli agenti; le tv locali hanno mostrato il suo volto sfigurato.
I partecipanti alla protesta, che si svolge per la terza settimana consecutiva, si sono riuniti ieri sera davanti al Parlamento per respingere il disegno di legge sull'”influenza straniera”, promosso dal partito di governo Sogno georgiano e considerato contrario ai diritti umani. La Commissione europea ha già avvertito che l’iniziativa legislativa mette a repentaglio le aspirazioni della Georgia a diventare membro del blocco. A dicembre, l’Ue ha concesso al Paese lo status di candidato ufficiale all’adesione, ma ha avvertito che avrebbe dovuto riformare i suoi sistemi giudiziari ed elettorali, rafforzare la libertà di stampa e limitare il potere degli oligarchi, prima di poter avviare ufficialmente i negoziati.
Il partito Sogno georgiano sta provando a far passare il testo dal 9 aprile, dopo un tentativo già avanzato nella primavera del 2023 e deragliato proprio per via delle massicce proteste di piazza. I detrattori del progetto sostengono che il testo si ispira alla legge russa sugli “agenti stranieri”, utilizzata per mettere a tacere il dissenso.
Ieri, i deputati georgiani hanno esaminato il documento in seconda lettura e il partito al potere spera di approvarlo entro la metà di maggio.
La protesta, nonostante la repressione, non si ferma e sembra allargarsi: altre manifestazioni hanno avuto luogo a Batumi, la seconda città del Paese, e a Kutaisi, come riporta la testata indipendente Formula TV. Oggi, rappresentanti delle organizzazioni della società civile e dei partiti politici di Batumi hanno annunciato che si recheranno nella capitale per unirsi alle manifestazioni nella capitale. (AGI)