"Generoso e sfruttato, Maradona è morto povero"


AGI – Diego Armando Maradona aveva perso gran parte del patrimonio accumulato nella sua carriera di calciatore, tecnico e uomo immagine e ultimamente viveva solo del suo stipendio di allenatore del Gimnasia La Plata: a riferirlo è Luis Ventura, un giornalista che era molto vicino all’ex Pibe de Oro. “Maradona non aveva quasi più nulla sul conto in banca, se n’è andato in povertà”, ha affermato Ventura intervenendo al programma tv “Fantino a la tarde”. Le sue ricchezze stimate in decine di milioni di euro sarebbero state “in parte sperperate a causa delle sue mani bucate e, in gran parte, sottratte dai raggiri di chi lo circondava al solo scopo di svuotargli le tasche”. 

La battaglia legale per l’eredità

Per gli eredi si profilerebbe quindi una magra eredità. Di certo il conto in banca non era affatto milionario, in ballo ci sarebbero alcuni immobili tra cui un palazzo e due appartamenti a Buenos Aires, la villa di Tigre in cui stava svolgendo la riabilitazione post operatoria, oltre ad almeno sei auto di lusso. Alcuni siti specializzati hanno parlato di un patrimonio netto inferiore ai 100 mila euro Quale che siano le vere cifre, per contendersi l’eredità si profila una battaglia tra l’ex moglie Claudia, le due ex fidanzate Veronica Ojeda e Rocio Oliva, e poi i cinque figli, Diego, Dalma, Giannina,  Jana e Diego Fernando.

Un patrimonio sperperato

Ventura ha spiegato in particolare che i milioni guadagnati quando allenava a Dubai e con la presidenza onoraria della squadra bielorussa della Dinamo Brest sarebbero stati inghiottiti dai raggiri subiti da familiari e amici, al punto che Maradona viveva “esclusivamente dello stipendio che percepiva dal Gimnasia La Plata”, stimato intorno al milione di euro l’anno.  “Gli hanno rubato quasi tutto, il resto lo ha elargito perché non sapeva dire di no a nessuno. Bastava chiedere e lui dava”, ha sottolineato Ventura.

La generosità di D10S 

Del resto la generosità dell’ex Pibe de Oro era universalmente riconosciuta. Dopo la sua morte di sono succedute le testimonianze in questo senso come quella dell’attaccante paraguaiano Pablo Velzquez che la scorsa stagione giocava al Gimnasia: “Molte volte, i premi ai giocatori li pagava di tasca sua. Entrava nello spogliatoio con un borsone pieno di contanti e ripartiva il denaro”, ha raccontato.

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Fonte: sport agi