AGI – Malumori tra i ‘brexiteer’ per il poco tempo lasciato loro per ratificare il testo, accuse di “tradimento” da parte dei pescatori britannici: dopo lo storico accordo tra Ue e il governo di Londra sulle relazioni post-brexit, il premier Boris Johnson deve affrontare le accuse di “cedimento” e di aver frettolosamente chiuso la trattativa per siglare l’accordo alla vigilia di Natale. Ma il testo non dovrebbe incontrare difficoltà per l’approvazione mercoledì a Westminster.
La pubblicazione a Santo Stefano
Approvato all’ultimo minuto dopo un negoziato estenuante, il 24 dicembre, il testo dell’intesa è stato pubblicato interamente solo il giorno di Santo Stefano (1.246 pagine che sono al momento allo studio dei Paesi Ue e dei deputati britannici). BoJo lo ha presentato come la conseguenza degli obiettivi: mantenere una zona di libero commercio senza dazi nè quote e liberare la Gran Bretagna dalle normative dell’Ue e dalla giurisdizione dei tribunali comunitari. Ma adesso, in attesa del voto di Westminster, al premier non vengono risparmiate critiche. I ‘brexiteer’ lo accusano di non aver lasciato loro il tempo per esaminare attentamente il testo.
L’ira dei ‘fishermen’
E c’e’ rabbia soprattutto tra i pescatori, secondo cui la promessa dei ‘leaver’ che la Brexit avrebbe restituito loro il controllo di tutte le pescose acque del Regno Unito è andata infranta.
Secondo Barrie Deas, ceo della National Federation of Fishermen’s Organisations, il suo settore è stato tradito pur di arrivare a un accordo più ampio. “Alla fine dei giochi, il premier ha ceduto sul pesce, nonostante la retorica e le assicurazioni che non lo avrebbe fatto”. Anche il responsabile delle associazioni ittiche, Jane Sandell, concorda che le promesse non sono state mantenute: “E’ bene che l’accordo porti qualche forma di certezza alla nostra industria, ma siamo ancora in attesa di quella ‘prodigiosa quantita’ di pesce’ che ci era stata promessa: per noi non cambia nulla”. I ‘brexiter’ voteranno sicuramente l’accordo ma accusano il premier di aver mostrato “disprezzo” per il Parlamento limitando la discussione a un solo giorno, mercoledì. Sir Iain Duncan Smith, l’ex leader Tory, ha ricordato che “il trattato di Maastrocht fu discusso per 25 giorni”. Una decina di deputati Tory dovrebbero comunque sfilarsi, cosi’ come diversi deputati laburisti, contrari alla decisione del leader Sir Keir Starmer di votare per l’accordo: tra le file del Labour, si prevedono sei dimissioni e una ventina di deputati ribelli che voteranno ‘no’