G7, ‘la Russia ritiri subito le sue truppe dall’Ucraina’. Nuove sanzioni contro Mosca, colpiti anche i diamanti

epa10638035 (L-R) European Council President Charles Michel, Italian Prime Minister Giorgia Meloni, Canadian Prime Minister Justin Trudeau, French President Emmanuel Macron, Japan’s Prime Minister Fumio Kishida, US President Joe Biden, German Chancellor Olaf Scholz, British Prime Minister Rishi Sunak, and European Commission President Ursula von der Leyen lay flower wreaths during a flower wreath laying ceremony at the Cenotaph for Atomic Bomb Victims in the Peace Memorial Park as part of the G7 Hiroshima Summit in Hiroshima, Japan, 19 May 2023. The G7 Hiroshima Summit will be held from 19-21 May 2023. EPA/FRANCK ROBICHON / POOL


 

ANSA

Il G7 esorta la Russia a porre fine “alla sua aggressione in corso e a ritirare immediatamente, completamente e incondizionatamente le sue truppe e il suo equipaggiamento militare dall’intero territorio dell’Ucraina”.

L’aggressione della Russia contro l’Ucraina, si legge in una nota dei leader del Sette Grandi riuniti a Hiroshima, “costituisce una violazione del diritto internazionale, in particolare della Carta dell’Onu”.

Mentre, “una pace giusta non può essere realizzata senza il ritiro completo e incondizionato di truppe e attrezzature militari russe”. Condanna, inoltre, “per la retorica nucleare irresponsabile della Russia”.

LE SANZIONI ALLA RUSSIA

Il G7 ha anche concordato nuove sanzioni per “fiaccare la macchina da guerra della Russia”. Al fine di ridurre le entrate della Russia, è finito nel mirino l’export di diamanti: a tale scopo, “continueremo a lavorare a stretto contatto per limitare il commercio e l’uso di diamanti estratti, lavorati o prodotti in Russia, impegnandoci con partner chiave al fine di garantire l’efficacia dell’attuazione di misure restrittive coordinate, anche attraverso tecnologie di tracciamento”.

La promessa dei leader del G7 è di impedire che la Russia possa prenda la tecnologia, le attrezzature industriali e i servizi dell’Occidente “che supportano la sua macchina da guerra. Continueremo a proteggere i prodotti agricoli, medici e umanitari dalle nostre misure restrittive e faremo ogni sforzo per evitare potenziali ripercussioni su Paesi terzi”. La nota parla anche della stretta sull’elusione contro le sanzioni, puntando sul coordinamento per migliorare l’efficacia delle misure restrittive. Mentre, altro punto importante, è “l’invito a terze parti a cessare immediatamente di fornire supporto materiale all’aggressione della Russia”, oltre alla prevenzione e alla risposta a terzi “che forniscono armi” alle truppe di Mosca. Più sforzi, inoltre, saranno profusi per evitare l’accesso della Federazione russa al sistema finanziario internazionale, bloccando la fuga di greggio e prodotti petroliferi raffinati, tracciandone la loro origine. “Continueremo anche gli sforzi per ridurre le entrate della Russia dai metalli. Inoltre, rimaniamo impegnati a sostenere i massimali di prezzo sul petrolio russo e sui prodotti petroliferi e intensificheremo i nostri sforzi per contrastare l’evasione di questi massimali, evitando al contempo effetti di ricaduta e mantenendo l’approvvigionamento energetico globale”. Nessuna impunità “per i crimini di guerra e altre atrocità, come gli attacchi della Russia contro i civili e le infrastrutture civili critiche”, hanno rimarcato i leader G7, promettendo sostegno ai Paesi più vulnerabili.

La decisione si affianca a quella annunciata dal Regno Unito che ha annunciato a sua volta sanzioni contro il settore minerario russo, prendendo di mira le importazioni di alluminio, diamanti, rame e nichel nel tentativo di limitare la capacità di Mosca di finanziare la sua guerra in Ucraina. “Come mostrano le sanzioni annunciate oggi, il G7 rimane unito di fronte alla minaccia della Russia e fermo nel suo sostegno” a Kiev, ha detto il premier britannico Rishi Sunak.

E gli ha fatto eco il presidente del Consiglio europeo Charles Michel, il quale ha spiegato che l’Ue “limiterà il commercio di diamanti russi” come parte delle sanzioni contro l’invasione dell’Ucraina. “I diamanti russi non sono per sempre”, ha scherzato con la stampa Michel, confermando un imminente provvedimento Ue dopo l’embargo già annunciato dal Regno Unito su queste pietre preziose che ogni anno fruttano diversi miliardi di dollari a Mosca.

Il giro di vite britannico riguarda anche imprese e persone collegate alla capacità della Russia di finanziare e condurre la guerra. E colpisce anche persone ed entità collegate al furto e alla rivendita di grano ucraino, oltre a prendere di mira le principali compagnie energetiche e di armi della Russia, oltre ad aziende collegate a Rosatom, che producono materiali e tecnologie avanzate, compresi i laser.

“Putin e i suoi sostenitori devono, e pagheranno, il prezzo dell’invasione illegale dell’Ucraina. Ecco perché attraverso le nuove sanzioni di oggi stiamo aumentando la pressione economica su Putin, rendendogli più difficile condurre la sua guerra illegale e infliggere indicibili sofferenze a innocenti ucraini”. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri britannico James Cleverly, come riporta il sito del governo. “Continueremo ad aumentare questa pressione e a reprimere le forme di elusione finché l’Ucraina non prevarrà e la pace sarà assicurata. Il nostro sostegno a Kiev è risoluto e rimarrà tale finché sarà necessario”, ha detto.

Immediato il commento del leader russo Vladimir Putin: nonostante le sanzioni e la “concorrenza sleale” dell’Occidente, ha detto, la Russia rimane uno dei leader del mercato delle armi e di equipaggiamento militare nel mondo.

Il mercato mondiale dei diamanti “è fluido e ricco di destinazioni alternative”, ha affermato a sua volta il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov dopo le dichiarazioni del
G7, della Ue e della Gran Bretagna di volere introdurre sanzioni sul commercio dei diamanti estratti in Russia. “Se gli acquisti si fermano in un posto, cominciano in un altro”, ha aggiunto Peskov, citato dall’agenzia Interfax.

ZELENSKY IN GIAPPONE

Al vertice del G7 in Giappone parteciperà di persona anche il presidente ucraino Zelensky, come ha confermato il Consiglio nazionale per la sicurezza e la difesa ucraino. Si tratta della prima visita del capo di Stato in Asia dall’inizio dell’invasione russa. “Chi avrebbe dubitato che il nostro presidente non sarebbe stato presente al vertice del G7 a Hiroshima, eravamo sicuri che il nostro presidente sarebbe stato presente, ovunque il Paese ne avesse bisogno, in qualsiasi parte del mondo, per risolvere i problemi di sostenibilità del nostro Paese”, ha detto il segretario del Consiglio alla tv ucraina. A Hiroshima “saranno adottate misure molto importanti e quindi la presenza fisica di Zelensky è assolutamente importante per difendere gli interessi del Paese”.

Prima di raggiungere il Giappone per il G7, Zelensky farà una sosta in Arabia Saudita dove parteciperà al vertice della Lega Araba. Lo riporta Bloomberg citando fonti anonime. Dopo il summit, Zelensky volerà con un aereo militare statunitense verso il Giappone. Secondo una fonte della Reuters invece, il presidente ucraino partirà dalla città saudita di Jeddah su un aereo del governo francese.

L’INTERVENTO DI GIORGIA MELONI

A Hiroshima ha preso il via la prima sessione di lavoro del G7, con focus sulla cooperazione e l’economia globale. Il primo ministro giapponese Fumio Kishida, padrone di casa, ha introdotto i lavori. La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, era seduta al tavolo tra il presidente del Consiglio europeo Charles Michel e il primo ministro canadese Justin Trudeau.

Nel suo intervento durante la sessione di lavoro, focalizzata sull’economia globale, Meloni ha sottolineato che “abbiamo bisogno di una migliore e più efficace collaborazione con il Sud Globale. Occorre quindi lavorare insieme per dare forma a un ordine economico internazionale libero e aperto, concentrarci sull’espansione delle relazioni commerciali rimanendo fermi sui principi di apertura, trasparenza, concorrenza leale (perché nessun mercato può essere libero se non è anche equo) e Stato di diritto”.

Per la presidente del Consiglio “c’è stata una lettura superficiale dei rischi della globalizzazione, si sono rafforzate le autocrazie, le democrazie si sono indebolite. Dobbiamo riprendere il controllo delle catene strategiche del valore”.

Giorgia Meloni, secondo quanto si apprende da fonti italiane, ha anche incontrato il primo ministro del Regno Unito, Rishi Sunak, a margine dei lavori del G7 a Hiroshima. L’incontro è avvenuto a poche settimane dalla proficua visita a Londra di fine aprile dove i due capi di governo hanno sottoscritto un memorandum d’intesa sulla cooperazione bilaterale. L’intensità del continuo dialogo fra Meloni e Sunak, osservano le stesse fonti, testimonia come i rapporti fra Italia e Regno Unito stiano sperimentando un forte rilancio.

La premier ha quindi ha incontrato il cancelliere tedesco Olaf Scholz a margine dei lavori del G7 a Hiroshima. Al centro dei colloqui, anche in vista della prossima visita in Italia del capo del governo tedesco, la crescita delle sinergie fra i sistemi industriali di Italia e Germania, i più grandi d’Europa.

Prima dell’avvio del G7 la presidente del Consiglio italiana ha visitato il Museo della Pace di Hiroshima. “Oggi chiniamo il capo e ci fermiamo in preghiera. Oggi non dimentichiamo che l’oscurità non ha l’ultima parola. Oggi ricordiamo il passato per scrivere, insieme, un futuro di speranza. Giorgia Meloni”, ha scritto sul Libro d’onore. Il messaggio di ciascun leader sarà poi scolpito su una stele in pietra collocata nei pressi del monumento commemorativo.

Visita al santuario di Itsukushima sull’isola di Miyajima per i leader del G7, in una pausa dei lavori del summit dopo la sessione sull’Ucraina. Durante il tragitto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni si è intrattenuta con il presidente Usa Joe Biden e la presidente della commissione Ue Ursula von der Leyen: i tre a capo del gruppo, con Biden al centro, hanno chiacchierato per qualche minuto. Dopo la visita sempre sull’isola di Miyajima si terrà la cena di lavoro tra i leader in cui si discuterà di politica estera e sicurezza con l’attenzione puntata sull’Indopacifico e sulla non proliferazione e il disarmo nucleare.

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