Futuro della guerra sottomarina è nei droni, Australia leader


Il futuro delle difese navali del Pacifico è nei droni e due hanno già un nome: Ghost Shark e Manta Ray. Sono i prototipi di veicoli sottomarini senza equipaggio – UUV o droni – introdotti di recente rispettivamente da Australia e Stati Uniti.
L’uso dei droni nella guerra aerea è diventato comune, ma secondo gli esperti i sommergibili potrebbero rappresentare il futuro della guerra sottomarina, grazie alla capacità di operare riducendo al minimo il pericolo per la vita umana. Kiev ha anche costruito droni navali di superficie, che hanno inflitto pesanti perdite alle navi molto più grandi e costose della flotta russa del Mar Nero. Ma mentre i droni aerei e quelli marini di superficie possono essere controllati utilizzando satelliti e onde radio, non funzionano allo stesso modo in immersione.
Uno studio del 2023 pubblicato sulla rivista svizzera Sensors e citato dalla Cnn sottolinea che le comunicazioni subacquee richiedono più energia ma vedono comunque una significativa perdita di dati in base a temperatura dell’acqua, salinità e profondità.
Quando però l’Australia ha presentato Ghost Shark il mese scorso, l’ha definito il prototipo di drone sottomarino “più avanzato al mondo che fornirà alla Marina una capacità di guerra sottomarina autonoma e furtiva a lungo raggio, in grado di condurre operazioni di intelligence, sorveglianza, ricognizione e attacco”. Si stima che i primi modelli saranno consegnati entro la fine del prossimo anno. Emma Salisbury, membro del think tank britannico Council on Geostrategy, ha affermato che lo il drine australiano assomiglia molto all’Orca sviluppato negli Stati Uniti costruito dalla Boeing: “un sottomarino diesel-elettrico all’avanguardia, autonomo e senza pilota con una sezione di carico utile modulare e pensato per compiere una varietà di missioni” in un comunicato stampa di dicembre sulla consegna di una prima piattaforma di test Orca, un primo prototipo. Avere un carico utile modulare significa che in teoria l’Orca potrebbe trasportare diverse varietà di armi a seconda del compito o essere dotata di attrezzature specializzate per la ricognizione o eventualmente la raccolta di informazioni. Per sviluppare l’Orca, gli Stati Uniti hanno impiegato più di un decennio, in netto contrasto con la velocità con cui l’Australia ha messo in produzione Ghost Shark, ma non è l’unico UUV messo a punto negli Stati Uniti. L’ultima novità è Manta Ray di Northrop Grumman, testato al largo della California meridionale a febbraio e marzo.
La Defense Advanced Research Products Agency (Darpa), filiale del Pentagono responsabile dello sviluppo di nuove tecnologie, afferma che l’elemento di forza di Manta Ray sta nella sua modularità, ossia la capacità di cambiare carico utile a seconda della missione. Può essere scomposto e inserito in cinque container di spedizione standard, spostato nel luogo in cui deve essere impiegato e riassemblato sul campo. Il prototipo, ad esempio, è stato costruito nel Maryland e poi rimontato sulla costa della California. (AGI)
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