“Davanti all’affermazione di una forza politica di estrema destra nazionalista è importantissimo il segnale che hanno dato il fronte popolare e i liberali: un accordo per fermare il Rassemblement National”. Lo dice in una intervista alla Stampa la segretaria del Pd Elly Schlein. “Parliamo – osserva – di un campo plurale che davanti al rischio di un governo di estrema destra riesce a mettere in primo piano le battaglie che uniscono: giustizia sociale, conversione ecologica, lavoro dignitoso, diritti”.
“Spero ci sia da spunto per non ripetere gli errori del passato – spiega Schlein – Il tempo dei veti è finito, è il momento di mettere insieme le nostre differenze attorno a un’alternativa credibile e solida. Sono ottimista perché lo stiamo già facendo. Il giorno in cui hanno approvato il premierato in prima lettura abbiamo fatto una manifestazione unitaria. Sui temi concreti possiamo costruire la coalizione che batte Giorgia Meloni. Ho detto quel giorno che noi le alleanze dobbiamo farle sui “per” più che sui contro”.
“Alle Amministrative uniti abbiamo vinto in sei capoluoghi di regione su sei, eleggendo anche tre sindache. Abbiamo presentato candidati credibili sulla base di un programma condiviso. Le Europee ci hanno fornito un quadro chiaro: il Pd è il perno della costruzione di un’alternativa alle destre, ma non si sente autosufficiente. Noi non abbiamo mai messo veti su altre forze. E adesso non siamo più disponibili a subirne”.
Per Schlein Le Pen e Meloni “possono cambiarsi il vestito quanto vogliono, ma restano sempre quello che sono. Li conosciamo per le loro posizioni e anche per i toni. Sono tra coloro che non hanno mai fatto differenze tra i conservatori e riformisti di Ecr e Identità e democrazia di Salvini e Le Pen. Dentro Ecr c’è Zemmour, razzista, omofobo, fan di Putin. È un’estrema destra nazionalista, stanno insieme solo per accordi di potere”, aggiunge.
“Satnam Singh non è morto, è stato ucciso da un sistema strutturale di sfruttamento e di caporalato”, dice ancora la segretaria del Pd. “Servono più risorse per una piena attuazione della legge contro il caporalato, sistemi di protezione per chi ha il coraggio di fare le denunce. E serve riscrivere la Bossi-Fini che da più di venti anni crea irregolarità perché non prevede vie legali e sicure di accesso”, sottolinea. (AGI)
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