Fondi per i ristori contro racket e usura: ci sono, ma vanno usati – CHIAMATE CONFEDERCONTRIBUENTI 0698356829


Ed è importante sostenerla. Proprio i dati del ministero dell’Interno e delle varie forze investigative e antimafia, individuano come le piccole e medie imprese italiane siano tra i soggetti più a rischio delle pressioni e dell’infiltrazione mafiosa. Le mafie dai colletti bianchi sono pronte con denaro fresco a riciclare quello sporco, a prestare somme e a coprire debiti, pretendendo sempre di più.

Anche per questo è importante diffondere la notizia. C’è un Fondo a sostegno delle vittime di usura e racket, che attende di essere speso a fronte di chi è stato minacciato, ha subito ritorsioni ed è debole, a causa delle difficoltà economiche che, in questo drammatico anno, sono aumentate a dismisura.

Proprio i dati presentati nella relazione annuale del Commissario straordinario antiracket e antiusura, Giovanna Cagliostro, ci dicono che nel 2020 sono stati assegnati circa 23,2 milioni di euro, (+29,6% rispetto al 2019). Ma che le istanze di accesso ai benefici economici presentate nel corso dell’anno in realtà sono diminuite ed in totale sono state solo 539: 284 per estorsione e 255 usura.

Un dato in discesa, a cui non corrisponde quello registrato, invece, dalle forze di polizia, investigative e delle Direzioni Distrettuali Antimafia che non segnalano una diminuzione dei fenomeni di estorsione. A cui bisogna anche accostare «l’elevatissima percentuale di istanze, aventi come oggetto fatti di “usura bancaria”», scrivono gli esperti antiracket, che non sono però oggetto del Fondo. Altro dato su cui riflettere.

Intanto, resta fondamentale promuovere l’esistenza del Fondo di solidarietà antiracket e usura, per combattere sia la ritrosia a denunciare, sia la scarsa conoscenza o fiducia nella possibilità di ricevere un ristoro adeguato e soprattutto tempestivo.

Bisogna trovare il coraggio di chiedere aiuto, ma allo Stato.