Fondazioni bancarie: il Ministro Grilli le protegge, Federcontribuenti le accusa


« Noi di Federcontribuenti siamo curiosi di chiedere al ministro Grilli, visto che ha definito la possibilità di utilizzare il patrimonio delle fondazioni bancarie per tagliare il debito pubblico una vera e propria confisca ingiusta e incostituzionale, come definiscel’elevato carico fiscale su cittadini e piccoli imprenditori? Non è confisca anche questa?». Le Fondazioni saranno anche soggetti di diritto privato, ma sono anche luoghi impregnati di ogni immunità, impunità, cave sotterranee e affatto trasparenti e poco ci importa sapere che il contribuente italiano chiamato a finanziare le banche, grazie all’operato delle Fondazioni, paga meno degli altri Paesi europei. Gli scandali scoppiati e poi spariti sulle Fondazioni bancarie ci suggeriscono che questi ambienti meriterebbero un attento studio e un’attenzione particolare della magistratura. Non dimentichiamoci come e perchè sono nate le Fondazioni, un articolato punto di contatto tra potere politico e sistema creditizio, istituite nel 1990 con la legge-delega Amato-Carli, con l’esigenza di sottrarre le banche italiane dal controllo pubblico per ricollocarle integralmente sul mercato, quotarle in Borsa e renderle allettanti per gli investitori stranieri. Una Fondazione bancaria non è altro che una holding che detiene il pacchetto di controllo della banca partecipata senza tuttavia poter realizzare alcun tipo di attività bancaria: per esse vige il divieto di esercitare fini di lucro, ma sotto banco, cosa succede? La loro struttura è composta da una prevalenza di membri scelti dagli enti del territorio (tranne la Regione), cioè, le istituzioni come Comuni e Province giocano un ruolo strategico nella gestione delle Fondazioni e quindi delle banche. Un esempio di scatola cinese. Intesa-Sanpaolo, il 9,8% è in possesso della Compagnia di San Paolo, il 4,6% di Cariplo e il 4,1% della Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, mentre per Unicredit, il 4,6% è detenuto da Cariverona e il 3,6% dalla Cassa di Risparmio di Torino. Intesa San Paolo e la Unicredit con il 52% delle azioni controllano Bankitalia.
La Fondazione bancaria Cariverona è il primo socio di Unicredit. Su una trentina di membri del consiglio generale della Fondazione, ventidue sono nominati dagli enti territoriali: quattro dal sindaco di Verona, uno il primo cittadino di Legnago, uno il presidente della Provincia di Vicenza, uno il sindaco di Feltre e gli altri sono indicati dalle Camere di Commercio locali. Realtà in mano alla Lega. In realtà ogni segreteria di partito è con le banche e le fondazioni, incastrata, come la Lega. Oggi tutte queste banche che controllano l’economia e la politica e tutti gli enti strategici e che hanno chiuso il credito a famiglie e imprenditoria e che lamentano loro stessi una crisi di liquidità, hanno contratto forti debiti nel mondo finanziario internazionale, tanto da giocare sporco. Siamo sicuri, ministro Grilli, che sarebbe una ”confisca” cercare di fare chiarezza, pulizia, giustizia?