Contrabbando, falsità ideologica, emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti: sulla base di questi reati, la Guardia di Finanza di Bologna ha dato esecuzione a provvedimenti di perquisizione e sequestro, disposti dal gip felsineo su proposta della Procura Europea (EPPO) – Ufficio di Bologna. Il provvedimento adottato dal Tribunale, finalizzato alla confisca per un ammontare complessivo di euro 6.897.2121,98, ha visto la collaborazione delle fiamme gialle di Prato.
Allo stato, nell’indagine risultano indagate dieci persone fisiche e, ai sensi della legge 231 del 2001 sulla responsabilità degli enti, cinque persone giuridiche. La merce irregolarmente importata, consistente per lo più in stoffe grezze, utilizzate per il confezionamento di capi d’abbigliamento, ammonta a 13.620 tonnellate, per un valore di circa 63.106.256 di euro; l’evasione di Iva all’importazione riscontrata è calcolata in euro 13.085.405,41.
Il sequestro è il secondo attuato nell’ambito dello stesso procedimento penale. Il primo – per oltre 7 mln di euro – era avvenuto il 9 aprile scorso nei confronti di una società di spedizione a cui era contestata l’evasione di Iva all’importazione di tessuti di fabbricazione cinese, in sequito a fittizia attestazione del deposito della merce importata presso un deposito IVA a Bentivoglio (Bologna). I successivi approfondimenti, si sono concentrati sull’analisi del materiale sequestrato (oltre 40 apparati informatici tra pc. smartphones e tablet, estratti conto bancari, fatture e bollette doganali) e hanno consentito di portare alla luce le responsabilità in capo a 4 dei maggiori importatori delle merci.
E’ venuto così alla luce uno strutturato sistema di introduzione illegale sul territorio nazionale di merci provenienti prevalentemente dalla Cina, con stoccaggio anche presso l’ hub logistico dell’Interporto di Bologna Bentivoglio.
I provvedimenti di sequestro sono stati adottati anche nei confronti degli importatori, tutti di etnia cinese.
(AGI)