Fisco, parte la maratona delle scadenze: 142 adempimenti entro il 31 luglio


Di Vittorio Sangiorgi (Direttore del Quotdiano dei Contribuenti)


Centoquarantadue scadenze fiscali da onorare da oggi fino al 31 luglio per 4,5 milioni di contribuenti italiani. Sono questi i numeri determinati dalla decisione del MEF che, come denunciato con forza da Confedercontribuenti, ha deciso di non prorogare ulteriormente i versamenti degli acconti e dei saldi delle imposte sui redditi in autoliquidazione.

Una vera e propria mannaia quella che si abbatterà su partite IVA e imprese, due delle realtà più colpite dalla chiusura causa pandemia e della conseguente crisi economica. Nella sola giornata di oggi, 20 luglio, previsti addirittura 51 versamenti: Irpef (saldo 2019 e acconto 2020), Irap (saldo 2019 e acconto 2020), cedolare secca (saldo 2019 e primo acconto 2020), Iva periodica. Sono scattati in queste ore anche i pagamenti del diritto annuale alla Camera di Commercio e dell’imposta di bollo sulle fatture elettroniche (emesse nel primo trimestre 2020). Da corrispondere, inoltre, imposte e contributi previdenziali e assistenziali sulla base della dichiarazione dei redditi per titolari di partita Iva e soci di società.

Ma, purtroppo, la maratona fiscale non finisce qui perché entro la fine del mese sono previste altre 91 scadenze. Il 27 luglio si dovranno trasmettere gli elenchi Intrastat del secondo trimestre 2020 e mensili di giugno 2020. Tre giorni dopo, invece, scadrà il versamento delle imposte dovute sulla base della dichiarazione dei redditi di soggetti diversi dai titolari di partita Iva (con maggiorazione dello 0,4%). Ultimo atto il 31 luglio con 26 versamenti: presentazione del modello per il rimborso IVA trimestrale e di quello per le operazioni effettuate con l’estero nel secondo trimestre 2020, pagamento del canone Rai per chi non può riceverlo in bolletta.

Una situazione paradossale quella che vi abbiamo descritto, soprattutto in considerazione del momento difficile vissuto dai contribuenti che saranno sottoposti al pagamento di questi oneri fiscali. Del tutto comprensibili. quindi, il malcontento e le proteste. I commercialisti, ad esempio, minacciano lo sciopero e denunciano il muro di gomma posto dall’esecutivo nei loro confrontiil Governo si sta esponendo a una magra figura, perché tanti meno saranno i contribuenti che autonomamente sceglieranno di non versare il 20 luglio o il 20 agosto con maggiorazione dello 0,4%, tanto più sarà inevitabile per il Governo fare marcia indietro e riaprire i termini di versamento senza sanzioni fino al 30 settembre, come già avrebbe dovuto fare. Inevitabile valutare concrete azioni di protesta della categoria, tra le quali non escludiamo lo sciopero”. Tra le voci che si levano anche quella dell’associazione di Confindustria Assoeventi, che sottolinea le immani difficoltà delle aziende da lei rappresentate, ferme dall’emanazione del DPCM datato 4 marzo: “non hanno potuto organizzare un solo evento da allora; sono a ricavi zero; 46 mila imprese del settore degli eventi e del wedding rischiano di fallire; milioni di nostri lavoratori, fra dipendenti a tempo indeterminato, collaboratori e stagionali, rischiano di perdere il proprio lavoro, e il Governo lunedì (oggi per chi legge, n.d.r) vuole farci pagare le tasse”. 

Tasse, balzelli ed adempimenti vari rappresentano, dunque, l’unica amara certezza per un paese che, nel frattempo, è costretto ad assistere alla “melina istituzionale”, agli scontri partitici, alle esternazioni quantomeno discutibili ed agli infiniti negoziati europei che minacciano di concludersi con un compromesso al ribasso, con una  prevedibile sconfitta dell’Italia.