In Italia sono sottratti indebitamente al fisco 11,2 euro ogni 100 incassati. Lo rileva l’Ufficio studi della Cgia stimando che l’evasione fiscale sia all’11,2 per cento.
Secondo l’associazione degli artigiani, le differenze territoriali sono molto marcate. Se in Calabria l’infedeltà fiscale è del 18,4 per cento, in Campania del 17,2 per cento e in Puglia del 16,8 per cento, nella Provincia Autonoma di Trento, invece, scende all’8,6 per cento, in Lombardia all’8 per cento e nella Provincia Autonoma di Bolzano al 7,7 per cento.
La stima dell’evasione fiscale, sottolinea la Cgia, “è in calo”. Secondo i dati del ministero dell’Economia e delle Finanze, nel 2021 (ultimo dato disponibile) l’evasione tributaria e contributiva presente in Italia era pari a 83,6 miliardi di euro, di cui 73,2 miliardi Il dato complessivo, osserva ancora la Cgia, è sceso di ben 24,1 miliardi rispetto al 2016 (-22,4 per cento). “Per contrastare maggiormente l’evasione – sottolinea la Cgia – bisogna essere inflessibili con chi è completamente sconosciuto al fisco e altrettanto decisi nei confronti di coloro che, sebbene ‘targati’, fanno i furbi. Tutto questo, comunque, senza essere costretti a inasprire la disciplina penale tributaria con l’intento giustizialista di gettare in galera gli evasori e buttare la chiave. Almeno fino a quando non ci verrà dimostrato, con dati alla mano, che il ricorso alla pena restrittiva della libertà personale risulti essere uno strumento in grado di dissuadere le persone a non fare il loro dovere fiscale e a recuperare le somme evase. Nel frattempo, riteniamo che per ridurre l’infedeltà fiscale e allinearci agli standard dei paesi europei meno interessati da questo fenomeno sia auspicabile mettere a punto in tempi rapidi un fisco meno aggressivo, più semplice, più trasparente e più equo, premiando chi produce, chi crea occupazione e genera ricchezza. Garantendo, allo stesso tempo, un gettito sufficiente a far funzionare la macchina dello Stato e per aiutare chi si trova in difficoltà”. (AGI)
RED/GIO