Finocchiaro (Pres. Confedercontribuenti): In difesa delle piccole e medie imprese, cambiare fisco, banche e burocrazia


Le imprese italiane, non sono piu’ in condizione di resistere ad un sistema che non funziona. Le imprese  hanno bisogno di essere difese soprattutto su tre fronti importanti. Il fisco che continua ad essere un elemento del mancato sviluppo per il suo ruolo di socio di maggioranza “occulto” attraverso una tassazione altissima, un sistema vessatorio che reputa l’imprenditore a prescindere da tutto, sempre quale potenziale evasore. Un sistema della riscossione iniquo e usuraio. Oltre ad un sistema contributivo previdenziale assolutamente iniquo e costoso. Le Banche che continuano ad ostacolare, attraverso l’applicazione di condizioni contrattuali e tassi che aggravano i costi aziendali, sulla base di rating, che non rispecchiano nella maggioranza dei casi la vera realtà delle aziende. E sempre più frequente che migliaia di aziende si trovano dall’oggi al domani , nella terribile condizione di vedersi restringere il credito, condizione essenziale per lo sviluppo del fatturato e in molti casi in azioni di revoche delle linee di credito, senza motivi validi e giustificati. La Burocrazia, che blocca il sistema Italia, attraverso farraginosi meccanismi e procedure, complicando la vita delle aziende che per decine e decine di ore l’anno, devono occuparsi delle incombenze pretese. Con un grave danno anche per l’internazionalizzazione stessa delle imprese. Tre fattori che causano e aggravano la vita sacrificata di tanti piccoli e medi imprenditori, che rischiando in proprio tutti i giorni, vedono sempre più lontana una via d’uscita dall’attuale situazione.

Un sistema burocratico che rallenta gli investimenti, gli incentivi e blocca l’inizio di opere pubbliche indispensabili per il Paese. Ecco perché, sottolinea il Presidente Nazionale di Confedercontribuenti, Carmelo Finocchiaro, chi sta al Governo deve pensare ad una vera riforma in favore delle imprese, dove i tre fattori di criticità, siano davvero riformati, dove innovazione e incentivi siano al centro di una nuova politica economica nazionale. Insomma serve un “sistema Italia” per fare squadra. Se non si farà questo ancora una volta, prevarrannno la delusioni  di chi tutti i giorni vuole produrre e dare lavoro. E senza la piccola e media impresa il nostro Paese non ha futuro. È bene che la classe politica sappia che il tempo è scaduto.